Due anni dopo il 7 ottobre: sondaggio palestinese mostra sostegno crescente per Hamas e approvazione della violenza

3 Novembre 2025 alle 12:09

Due anni dopo l’assalto di Hamas del 7 ottobre 2023 a Israele, uno degli attacchi terroristici più letali della storia moderna, un nuovo sondaggio pubblicato nell’ottobre 2025 dal Palestinian Center for Policy and Survey Research (PCPSR) rivela un inquietante cambiamento nell’opinione pubblica palestinese. Nonostante l’immenso tributo umano della guerra, la diffusa distruzione a Gaza e la condanna internazionale della brutalità di Hamas, la maggioranza dei Palestinesi descrive ancora l’attacco come giustificato. I risultati mostrano non solo un sostegno costante, ma crescente per Hamas sia a Gaza che in Cisgiordania, suggerendo che la cultura della “resistenza” continua a superare il desiderio di pace o coesistenza con Israele. Questi risultati offrono un duro avvertimento sulla profondità della radicalizzazione all’interno della società palestinese e sulle sfide che attendono qualsiasi futura risoluzione politica o diplomatica.

Punti chiave

Un nuovo sondaggio PCPSR rileva che il 53% dei Palestinesi afferma che l’attacco di Hamas del 7 ottobre a Israele è stato “corretto”.

  • La soddisfazione generale per Hamas è salita al 60%, con un’approvazione maggiore in Cisgiordania che a Gaza.
  • Hamas ora è in vantaggio su Fatah nel sostegno di partito e dominerebbe sia le elezioni parlamentari che quelle presidenziali.
  • Il 36% dei Palestinesi riferisce che il proprio sostegno per Hamas è aumentato dall’inizio della guerra del 2023.
  • I risultati suggeriscono una crescente accettazione del terrorismo e un collasso della fiducia nell’Autorità Palestinese.

L’estremismo guadagna terreno due anni dopo l’inizio della guerra

Due anni dopo il massacro di Hamas del 7 ottobre 2023, che ha lasciato oltre 1.200 Israeliani morti, inclusi bambini, donne e civili anziani, un nuovo sondaggio del Palestinian Center for Policy and Survey Research (PCPSR) rivela una triste realtà: il sostegno palestinese per Hamas rimane alto e, in molti casi, è diventato più forte. Nonostante la devastazione di Gaza, la diffusa sofferenza umanitaria e la perdita di decine di migliaia di vite, oltre la metà dei Palestinesi afferma ancora che l’attacco che ha acceso questa guerra è stato “corretto”.

Risultati del sondaggio – Il 53% dei Palestinesi intervistati ritiene che l’attacco di Hamas contro Israele sia stato corretto.

Questo dato espone una profonda divisione morale e politica che si è aggravata dal 2023. Suggerisce che la guerra, intesa da Israele a smantellare il potere militare di Hamas e indebolirne l’influenza, potrebbe invece aver rafforzato la presa dell’organizzazione sull’identità e la politica palestinese. I risultati evidenziano anche una inquietante normalizzazione della violenza, una percezione secondo cui lo spargimento di sangue porta dignità e riconoscimento, mentre la diplomazia offre solo umiliazione e stagnazione.

La normalizzazione della violenza di Hamas

Secondo il sondaggio PCPSR, il 53% dei Palestinesi giustifica ancora il massacro del 7 ottobre, un giorno segnato da omicidi, rapimenti e violenze sessuali contro civili. Questo livello di sostegno non è meramente politico; riflette una più profonda accettazione culturale e ideologica della violenza come strumento legittimo contro Israele.

Questa visione ha preso piede anche mentre Gaza giace in rovina. Due anni di guerra hanno lasciato distruzioni massicce, sfollato oltre un milione di persone e paralizzato i servizi essenziali. Eppure, il messaggio di “resistenza” di Hamas sembra risuonare più forte che mai. Molti palestinesi vedono ora il gruppo come l’unica entità che ha “tenuto testa” a Israele, indipendentemente dal costo umano.

Tali atteggiamenti rivelano quanto profondamente la propaganda di Hamas abbia plasmato la coscienza palestinese. Attraverso l’istruzione, le istituzioni religiose e le reti sociali, Hamas ha a lungo inquadrato la sua violenza come dovere sacro, una continuazione della lotta armata contro Israele. I dati del sondaggio suggeriscono che questa visione del mondo è ora ampiamente interiorizzata, anche al di fuori di Gaza.

Il collasso di Fatah e dell’Autorità Palestinese

I risultati del PCPSR confermano ciò che molti analisti hanno messo in guardia per anni: Fatah e l’Autorità Palestinese (AP) stanno perdendo la loro base. Solo il 24% dei Palestinesi esprime ora sostegno per Fatah, rispetto al 35% per Hamas. In un’elezione ipotetica, Hamas vincerebbe il 44% dei voti, lasciando Fatah molto indietro al 30%. In una contesa presidenziale, il leader di Hamas Khalid Mishal schiaccerebbe Mahmoud Abbas 63% a 27%.

Questi numeri indicano la completa erosione della legittimità dell’AP. Corruzione, autoritarismo e il suo continuo coordinamento con le forze di sicurezza israeliane hanno distrutto la poca credibilità che Abbas aveva. Molti Palestinesi vedono l’AP come complice della loro oppressione, mentre Hamas, nonostante la sua brutalità, è visto come “autentico” e irremovibile.

Questa inversione dell’autorità morale, in cui un movimento terroristico ottiene legittimità mentre un’autorità di governo è disprezzata, sottolinea quanto la politica palestinese si sia allontanata dalla visione di coesistenza che un tempo sosteneva gli Accordi di Oslo.

Una regione intrappolata in un ciclo di violenza

I risultati del sondaggio suggeriscono che la guerra di Gaza non ha screditato Hamas, ma ha rafforzato la logica del confronto. Ogni attacco israeliano, ogni morte civile, diventa un altro simbolo nella storia che Hamas racconta: che solo la violenza attira l’attenzione e solo la resistenza porta orgoglio.

Questa è la tragedia del movimento nazionale palestinese oggi, una popolazione intrappolata tra una leadership corrotta e invecchiata e una fazione militante che sacrifica il proprio popolo per guadagno politico. L’assenza di un campo di pace praticabile lascia Hamas come la voce dominante, che parla non solo per Gaza ma sempre più per gran parte della Cisgiordania.

I dati del sondaggio sull’aumento del sostegno per Hamas, con il 36% che afferma che il proprio sostegno è cresciuto dal 2023, mostrano che questo non è un movimento marginale, ma un sentimento mainstream. Per Israele, questo presenta un dilemma strategico: anche se l’infrastruttura militare di Hamas viene distrutta, la sua ideologia rimane viva nella mente di milioni di persone.

Le implicazioni per Israele e l’Occidente

Per Israele, il messaggio è agghiacciante. Due anni di guerra e sforzi di aiuto umanitario non hanno spostato l’opinione palestinese verso la pace. Invece, hanno solidificato l’ostilità e rafforzato la narrativa di Hamas. Se le elezioni si tenessero oggi, Hamas non solo dominerebbe la politica palestinese, ma rivendicherebbe anche un mandato democratico per la violenza continuata.

Per gli Stati Uniti e le altre potenze occidentali, questo sondaggio è un duro avvertimento che il loro investimento nell’Autorità Palestinese sta fallendo. Miliardi in aiuti, sostegno diplomatico e coordinamento della sicurezza non hanno prodotto moderazione o stabilità. A meno che l’AP non si riformi e non affronti la campagna di indottrinamento di Hamas, la visione occidentale di una soluzione a due Stati rimarrà un’illusione politica.

Conclusione: una società a un bivio

Il sondaggio PCPSR dell’ottobre 2025 mette a nudo l’inquietante realtà della società palestinese due anni dopo l’inizio della guerra di Hamas contro Israele. Il movimento responsabile di uno dei peggiori attacchi terroristici della storia moderna gode ora di popolarità in aumento e rinnovata fiducia. Nel frattempo, la leadership moderata sta collassando sotto la propria corruzione e i propri fallimenti.

La pace non può emergere da una società che glorifica l’omicidio di massa o vede le morti civili come una vittoria. Per Israele e i suoi alleati, questo momento richiede chiarezza morale e determinazione a lungo termine, per confrontare non solo il potere militare di Hamas, ma l’ideologia che lo sostiene. A meno che questa battaglia ideologica non venga affrontata, nessun cessate il fuoco o piano di ricostruzione porterà una pace autentica, ma solo una pausa prima della prossima guerra.

Allyvia

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