Le elezioni a New York: rischi e prospettive

6 Novembre 2025 alle 16:44

L’articolo di Ugo Volli analizza la netta vittoria del candidato democratico Zohran Mamdani (57,8%) nelle elezioni comunali di New York, un risultato che era previsto ma che ha comunque fatto notizia a livello globale.

Contesto e risultato elettorale

La vittoria democratica a New York non è una sorpresa, dato che la città è tradizionalmente un feudo democratico. Nonostante la sua dimensione (all’undicesimo posto per conurbazione globale) e la posizione economica (seconda dietro Tokyo), New York mantiene uno straordinario valore simbolico. Il vero elemento di interesse e notizia è l’identità del vincitore e la sua ideologia, non il risultato in sé.

Chi è Zohran Mamdani

Identità e Background: 34 anni, nato in Uganda da una famiglia musulmana di intellettuali di origine indiana, si è trasferito a New York a 7 anni. Laureato in “Studi africani”, ha avuto una breve carriera come musicista rap.

Posizioni Politiche: Mamdani si è dedicato alla politica su posizioni di estrema sinistra e islamiste. È stato co-fondatore del movimento anti-israeliano “Students for Justice in Palestine” e fa parte dei Democratic Socialists of America (DSA), l’ala più estremista del Partito Democratico.

Il programma e l’ideologia

Il programma di Mamdani è anticapitalistico e include proposte radicali:

Riforma della Polizia: Disarmo o depotenziamento.
Sistema Carcerario: Ristrutturazione in senso abolizionista.
Welfare e Tasse: Regolamentazione obbligatoria degli affitti (con sussidi), controllo dei prezzi di beni di consumo di base, istituzione di mercati e trasporti pubblici gratuiti.
Finanza Pubblica: Aumento radicale delle tasse, al limite dell’esproprio per i cittadini più benestanti.
Politica Estera: Forte antagonismo nei confronti di Israele, solidarietà con i movimenti armati islamici e comunisti (in particolare la “lotta armata palestinese”), e legami con dittature come Cuba, Venezuela, e Iran. Ha spesso enfatizzato la sua identità musulmana.

Analisi della vittoria

L’autore solleva il paradosso della capitale economica occidentale che elegge un nemico esplicito del capitalismo e un candidato anti-Israele in una città con la seconda popolazione ebraica più grande del mondo. Le ragioni individuate sono:

Voto Ideologizzato: In Occidente, inclusi gli USA, i sostenitori della sinistra radicale sono spesso i ceti urbani ideologizzati, non i lavoratori. A New York, molti avrebbero votato chiunque pur di contrastare l’ala repubblicana.

Voto Ebraico: La popolazione ebraica americana include due gruppi fortemente antisionisti: L’estrema sinistra giovanile, che interpreta l’ebraismo attraverso la lente della giustizia sociale (Tikkun Olam); gli eredi di dinastie chassidiche come i Satmar, che rifiutano la legittimità dello Stato di Israele per motivi religiosi tradizionali.

Nota: I sondaggi indicano comunque che la maggioranza degli ebrei di New York ha non votato per Mamdani.

Previsioni e conseguenze

L’articolo conclude che Mamdani non potrà mantenere la maggior parte delle sue promesse (come i trasporti gratuiti), poiché non ha i fondi e non riceverà l’aiuto dei governi statali o federali.

Politica Interna: Le sue possibilità di alzare le tasse e i suoi progetti internazionali sono limitati dalla legge, ma avrà forza per attuare una svolta, per esempio sul comando di polizia, e ostacolare i gruppi contro cui ha fatto campagna, inclusa la componente ebraica.
Conseguenze Sociali: Si prevede che la città diventerà meno ospitale per molti ebrei, potenziando l’emigrazione a causa del crescente antisemitismo.
Conseguenze Politiche Generali: L’elezione di Mamdani potrebbe radicalizzare l’ala sinistra del Partito Democratico, sull’esempio di quanto accaduto in Europa. Tuttavia, una sua amministrazione deludente potrebbe portare, a medio termine, a un significativo contraccolpo elettorale in direzione opposta, una mossa su cui il partito repubblicano potrebbe contare.

Il grande archivio di Israele

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