Cosa prevede lo Statuto di Hamas

9 Novembre 2025 alle 21:41

La Carta di Hamas, redatta nel 1988, è il documento fondante che racchiude l’ideologia estremista del movimento, rimasta invariata per tutti i suoi 18 anni di esistenza. È radicata in una visione del mondo islamica e jihadista radicale e fortemente influenzata dalla Fratellanza Musulmana egiziana. Secondo lo statuto, Hamas mira a “stabilire la sovranità di Allah sull’intera terra della Palestina”. Hamas si caratterizza per il suo fermo rifiuto di impegnarsi in negoziati o fare concessioni con Israele, sostenendo che l’unica soluzione alla questione palestinese sia il jihadismo (l’utilizzo dello scontro violento per creare un cambiamento).

Lo statuto di Hamas definisce il “problema della Palestina” come una questione religioso-politica musulmana e inquadra il conflitto israelo-palestinese come uno scontro tra l’Islam e gli ebrei “infedeli”. La “Palestina” è considerata terra sacra per l’Islam e cederne anche solo un centimetro è severamente proibito, poiché nessuno, compresi i leader arabo-musulmani, detiene l’autorità per farlo. In termini di relazioni internazionali, lo statuto sposa una visione estremista del mondo che si allinea ai sentimenti anti-occidentali presenti in gruppi come Al-Qaeda, ISIS, i Talebani e altre organizzazioni terroristiche.

Questa prospettiva si traduce in un rifiuto assoluto di riconoscere il diritto di Israele a esistere come nazione indipendente e sovrana, insieme all’impegno a massacrare tutto il popolo ebraico e a discriminare altri gruppi minoritari. Lo statuto di Hamas si apre con una citazione attribuita ad Hassan Al-Bana, uno dei fondatori dei Fratelli Musulmani, che afferma: “Israele risorgerà e continuerà a esistere finché l’Islam non lo spazzerà via, così come ha spazzato via ciò che c’era prima”.

Idf

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