Le stesse parole di Hamas smascherano i suoi crimini di guerra: un diario dello sfruttamento di scuole, cliniche ONU e infrastrutture civili
18 Novembre 2025 alle 13:03
La maschera è caduta di nuovo. Nuove prove sequestrate a Gaza rivelano con la scrittura stessa di Hamas ciò che Israele e gran parte del mondo sanno da tempo: l’organizzazione terroristica sfrutta sistematicamente le infrastrutture civili per scopi militari. La scoperta di un diario personale appartenente a un comandante di Hamas di Beit Hanun espone come il gruppo trasformi scuole, strutture ONU e ospedali di Gaza in strumenti di guerra, dimostrando che la sofferenza dei civili di Gaza non è un danno collaterale, ma parte della strategia di Hamas.
Il diario, appartenente al terrorista Khaled Abu Akram, è stato sequestrato dalle forze dell’IDF che operavano nel nord di Gaza. I suoi scritti a mano descrivono con dettagli agghiaccianti come Hamas abbia usato una scuola locale per organizzare un nuovo agguato dopo che le forze israeliane avevano distrutto dei tunnel nella zona. “Sono andato con Abu Saleh a preparare un nuovo agguato alla scuola Al-Naim dopo che i tunnel della zona sono stati bombardati e il precedente agguato è stato distrutto,” ha scritto nel maggio 2024.
Questa singola riga cattura il crimine di guerra di Hamas nei termini più chiari: la deliberata trasformazione di una scuola, un luogo destinato all’educazione e alla protezione dei bambini, in un campo di battaglia. La voce corroborra ciò che l’IDF e osservatori indipendenti hanno documentato per anni: Hamas si nasconde dietro i civili, lancia attacchi da aree popolate e immagazzina armi in aule, moschee e ospedali.
Sfruttare l’ONU e rubare gli aiuti
Il diario di Akram va oltre, ammettendo che Hamas ha utilizzato le strutture umanitarie dell’UNRWA per alimentare le sue operazioni militari. “Abbiamo preso le batterie dalla clinica dell’UNRWA, rimosso i pannelli solari e preparato il pozzo d’acqua,” ha scritto. In altre parole, le risorse destinate a fornire assistenza medica e acqua pulita ai civili sono state depredate per alimentare la macchina da guerra di Hamas.
Questa non è semplicemente prova di corruzione, è la prova di uno sfruttamento deliberato delle stesse istituzioni che esistono per proteggere la popolazione di Gaza. Ogni batteria rubata e ogni pannello solare smantellato significavano meno energia per gli ospedali, meno luce per i rifugi e meno speranza per i civili. La “resistenza” di Hamas avviene a spese del popolo che afferma di difendere.
Un modello di abuso e ostruzione
La scoperta del diario di Akram coincide con le operazioni in corso dell’IDF a Beit Hanun, dove le forze israeliane hanno recentemente distrutto un complesso di tunnel di Hamas responsabile della morte di tre soldati l’anno scorso. Il tunnel, lungo quasi un chilometro e sepolto a decine di metri di profondità, illustra come Hamas investe le sue risorse: non nella ricostruzione di case o scuole, ma nella creazione di una vasta fortezza sotterranea sotto la vita civile.
Nel frattempo, rapporti di intelligence indicano che Hamas sta già accumulando armi all’estero, in paesi in Africa, Yemen e altri stati simpatizzanti, preparandosi a contrabbandare armi di nuovo a Gaza nonostante le clausole di disarmo del cessate il fuoco. Anche mentre il mondo sollecita la ricostruzione e il recupero umanitario, Hamas sta pianificando la prossima guerra.
Il tradimento supremo del popolo di Gaza
Ciò che questo diario rende innegabile è che il più grande nemico di Hamas non è Israele, ma il popolo stesso di Gaza. Ogni volta che Hamas scava un tunnel sotto una scuola, nasconde armi in un ospedale o spoglia una clinica ONU per ricavarne pezzi, assicura che Gaza rimanga intrappolata nella rovina. Trasforma gli aiuti internazionali in un’arma e le aule dei bambini in avamposti militari.
Questi non sono abusi isolati; sono il fondamento della dottrina operativa di Hamas. La sofferenza civile non è un sottoprodotto, è lo scopo. Hamas si affida all’indignazione globale per le vittime civili mentre crea deliberatamente le condizioni per esse. Si nasconde dietro i morti e i feriti, contando sulla compassione del mondo per proteggere i suoi crimini.
L’imperativo morale della smilitarizzazione
Se mai ci fossero stati dubbi sulla necessità di disarmare e smantellare completamente Hamas, questa scoperta li cancella. I comandanti stessi del gruppo documentano con orgoglio i loro crimini, fiduciosi che la comunità internazionale rimarrà divisa o distratta. L’evidenza ora parla da sé: Hamas ha trasformato l’infrastruttura umanitaria di Gaza in un’arma di guerra, e il costo è misurato sia in vite israeliane che palestinesi.
La comunità internazionale non può continuare a ignorare queste verità. Ogni dollaro di aiuto per la ricostruzione e ogni spedizione di rifornimenti umanitari devono essere protetti dal furto di Hamas. Gaza deve essere ricostruita per i suoi civili, non per le sue milizie.
Il diario stesso di Hamas è diventato una confessione, una registrazione scritta di un regime che si nutre della miseria del suo popolo. Fino a quando Gaza non sarà smilitarizzata e Hamas non sarà disarmato, ogni scuola, clinica e complesso ONU rischierà di diventare un bunker, e ogni cessate il fuoco sarà nient’altro che una pausa prima della prossima guerra.