«No al basket israeliano» Scontri in piazza a Bologna la polizia usa gli idranti
Bombe carta, petardi, cassonetti e persino il materiale del cantiere per la costruzione del tram usati come barricate contro il cordone delle forze dell’ordine schierate attorno alla “zona rossa” del PalaDozza. Quello che si è verificato ieri, in pieno centro a Bologna – in occasione della partita di pallacanestro tra la Virtus e il Maccabi Tel Aviv – è stato uno scenario di guerriglia urbana. Disordini che erano già stati preannunciati dal sindaco di Bologna Matteo Lepore, che aveva provato a spostare il match per questioni di ordine pubblico, senza però ottenere risultati. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi invece aveva ribadito la sua l’irremovibilità: la partita si sarebbe giocata al PalaDozza. Alla fine, il prefetto ha assicurato al sindaco che ci sarebbero state le condizioni di ordine pubblico e rispetto dell’incolumità dei cittadini per poterla svolgere. E circa cinquecento tra poliziotti, carabinieri e finanzieri in assetto antisommossa sono stati schierati attorno al palazzetto, supportati da mezzi blindati e idranti dispiegati per contenere così il corteo partito da piazza Maggiore, ribattezzata per l’occasione piazza Ga2a. Con palloni da basket «insanguinati», bandiere della Palestina, cartellini rossi e uno striscione «Show Israel the red card» oltre cinquemila manifestanti – tra loro Potere al Popolo, sindacati, giovani palestinesi e anche l’attivista egiziano Patrick Zaki protestano contro la scelta di ospitare una squadra israeliana. Dai microfoni si sentono urla come «Blocchiamo tutto», «Governo Meloni dimissioni!», «Se non cambiamo, intifada pure qua».