Guerriglia a Bologna per impedire il match tra Virtus e Maccabi

Bologna ieri ha vissuto una giornata di massima tensione. Il corteo pro Pal, organizzato per protestare contro la partita di basket tra la Virtus Bologna e gli israeliani del Maccabi in programma al Pala Dozza, in serata è sfociato in una vera e propria guerriglia urbana per le vie del centro. La manifestazione, composta da circa 5000 persone e alla quale hanno partecipato collettivi, sindacati di base, centri sociali e giovani palestinesi, è partita intorno alle 19 da piazza Maggiore. L’obiettivo dei manifestanti, però, era quello di dirigersi verso il Pala Dozza, che dista poco più di un chilometro dalla piazza principale della città. Una volta arrivati su via Lame, all’altezza della baracchina Tper, alcuni manifestanti si sono coperti il volto e hanno smontato parti del cantiere recuperando transenne, mazze di legno e altri materiali. Poi è iniziato il lancio di fumogeni, bottiglie di vetro e sassi verso le forze dell’ordine. Sono stati sparati anche fuochi d’artificio ad altezza uomo. A quel punto, spiega la Questura di Bologna, «è stato necessario l’utilizzo dell’idrante» per disperdere i manifestanti. Gli scontri, però, sono proseguiti in vari punti. Il corteo si è diviso in più gruppi, mentre i cassonetti sono stati posizionati in mezzo alla strada per sbarrare il passo ai mezzi con gli idranti. Dalle barricate create con i cassonetti, i facinorosi hanno iniziato a lanciare sanpietrini e altri oggetti contro gli agenti. La zona intorno al Palazzetto dello Sport era circondata da un’ampia zona rossa che, fin dalle 13, ha permesso l’accesso solamente ai residenti e ai possessori di abbonamento o biglietto per poter assistere alla partita. Dalle 18, invece, i manifestanti si sono radunati per protestare «contro l’opportunità di giocare una partita con la squadra israeliana». La presenza del Maccabi, infatti, è diventata il catalizzatore di un fronte che voleva bloccare l’evento sportivo. Il corteo ha sfilato dietro lo striscione “Show Israel the Red Card” con cartellini rossi e palloni “insanguinati”. Presente anche Patrick Zaki che sui social ha scritto: «La partita di oggi può sembrare un evento sportivo ordinario, ma porta con sé un peso politico ed etico impossibile da ignorare in una città che ha definito la propria identità sulla base della solidarietà, della memoria e del rifiuto di ogni forma di fascismo». Durante la manifestazione sono stati intonati cori contro Netanyahu, il Primo Ministro israeliano e il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, sotto la pioggia e un dispositivo di sicurezza dispiegato su tutta l’area del palazzetto. Poco dopo le 19 il pullman del Maccabi Tel Aviv è arrivato scortato dalla polizia, mentre il corteo definiva l’incontro «la partita della vergogna» e accusava la squadra israeliana di essere «funzionale al governo sionista». Le tensioni di ieri sera tra manifestanti e forze dell’ordine concludono una settimana che ha visto un durissimo scontro tra il Comune di Bologna, che voleva rinviare o spostare la partita in un’altra zona della città, e il ministro Matteo Piantedosi che ha deciso che la partita si sarebbe comunque giocata.«L’esasperazione e l’estremismo incendiario generato dal Pd e dal suo Sindaco, con la complicità di pro-Pal e teppisti, a Bologna sfocia nuovamente nell’intolleranza e nella violenza – ha commentato in serata Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati -. Aggredire le forze dell’ordine e costringere una città a blindarsi in casa per impedire lo svolgimento di un momento di sport, dimostra il vero volto della sinistra italiana. Noi stiamo dalla parte dello sport, delle forze dell’ordine e di chi non ne può più di questo estremismo ideologico in cui è finita la sinistra con i suoi alleati».

Il grande archivio di Israele

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