Torna la violenza rossa: dopo Bologna, ecco Genova Piantedosi avvisa i pro-Pal: «I danni li pagherete voi»
Guerriglia urbana sabato sera a Genova. A scatenare gli scontri la manifestazione di protesta preannunciata dagli attivisti di “Genova Antifascista”, che si erano dati appuntamento per sollecitare la chiusura della sede genovese di Casapound, che si trova in via Montevideo e a poca distanza da piazza Alimonda nel quartiere della Foce. Secondo la Questura circa 150 attivisti hanno dato vita ad un corteo tentando di raggiungere i locali dell’associazione di estrema destra. Nei tafferugli tra manifestanti e forze dell’ordine, 8 agenti di polizia sono rimasti feriti e sono stati medicati in ospedale e quattro mezzi della celere sono stati danneggiati. Scontri tra polizia e manifestanti antifascisti sabato sera in piazza Alimonda, alla Foce, nel corso di un presidio di protesta organizzato contro la riunione che si stava tenendo nella sede di Casapound in via Montevideo. Stando a quanto riferito dalla questura, i manifestanti erano circa 150 e da piazza delle Americhe si sono diretti verso piazza Alimonda per raggiungere la sede di Casapound, dove era in corso un incontro. Il corteo si è fermato per il blocco organizzato dalle forze dell’ordine nell’intera zona, attivo sin dal pomeriggio di sabato. Poi la situazione è trascesa. Alcuni attivisti hanno iniziato a lanciare verso gli agenti bottiglie prese dalla campana del vetro, cubetti di porfido e tondini metallici recuperati da un cantiere edile nelle vicinanze, e poi a lanciare petardi e fumogeni. Otto poliziotti del reparto celere sono rimasti feriti, il funzionario della questura responsabile dello sbarramento in via Odessa e un suo agente e sei operatori del Reparto Mobile. Con contorno di danneggiamenti anche delle camionette. Per disperdere i manifestanti del collettivo che continuavano a lanciare petardi e oggetti vari – evidentemente intenzionati a sfondare lo schieramento di sicurezza – la Polizia ha risposto con i lacrimogeni verso alcune persone che a viso coperto da caschi integrali tentavano di avvicinarsi da via Odessa. La situazione è tornata alla normalità solo intorno a mezzanotte. E si è cominciato a fare la conta dei danni. Sono stati danneggiati non solo i mezzi di Carabinieri e Polizia ma anche alcune auto parcheggiate e le vetrine dei negozi della via. Per questa manifestazione gli agenti della Digos stanno ora indagando per risalire agli autori dei danneggiamenti. Ma non basta: il collettivo “Genova Antifascista” ha già annunciato un nuovo corteo per il 13 dicembre. L’aspetto preoccupante è che gli scontri di Genova seguano di poche ore l’assalto condotto da qualche migliaio di pro-Pal accorsi venerdì a Bologna. Per tentare di impedire la partita di basket Vitrus Bologna – Maccabi Tel Aviv. Erano settimane che la variegata galassia dei centri sociali, degli attivisti per la Palestina e compagni vari si autoalimentavano reclamando la cancellazione del round 12 di Euroleague. Il sindaco Pd Matteo Lepore, ex assessore al “Turismo e all’Immaginazione civica”, si è affrettato a sposare la richiesta di sospensione della partita per accontentare il “suo” mondo. Ieri – dopo 16 carabinieri e agenti feriti e 15 attivisti identificati – è intervenuto anche il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. «Purtroppo succede sempre di più, ecco perché io non perdo occasione per ringraziarli per quello che stanno facendo, per essere un baluardo di democrazia. Dovremo lavorare tutti di più per fare in modo che questo non succeda più», ha scandito intercettato dal Tg1. Quanto alla ventilata richiesta di risarcimento danni del sindaco Lepore (circa 100mila euro la stima), il titolare del Viminale ha ribattuto: «Prima di tutto i danni vanno richiesti a chi li ha cagionati». E quanto a spostare «la partita in altro luogo», unica «proposta pervenuta dal Comune e significava per noi trasferire altrove il problema», ha sottolineato. Insomma, l’intento deimanifestanti (per l’80% arrivati da fuori città garantisce Lepore, era «affermare il principio che non dovesse giocare una squadra israeliana a Bologna. Un un ricatto che ponevano in campo coloro che hanno fatto quello che si è visto e noi non potevamo accettarlo». Piantedosi auspica che nei prossimi mesi non si debbano più vedere «vedere quelle immagini e di non dover assistere a escalation» come quella di ieri che è arrivata «a violare un luogo che ha una storia ben precisa come piazza Alimonda. Mi auguro che arrivi una condanna unanime e che anche il centrosinistra sia pronto a prendere le distanze dalla violenza, come è stato pronto in recenti episodi che hanno riguardato la nostra città, senza distinzione, perché la violenza va sempre condannata senza esitazione».