Il dem Fiano nel mirino dei Dem: «Nessun dialogo coi sionisti»

Socrate sosteneva che «i bambini ora amano il lusso; hanno cattive maniere, disprezzo per l’autorità; mostrano mancanza di rispetto per gli anziani e amano chiacchierare invece di fare esercizio». E se grande il filosofo greco fosse un contemporaneo, all’elenco aggiungerebbe l’antisemitismo e la dogmatica contestazione nei confronti di Israele, non facendo l’esercizio di capire, di documentarsi per comprendere. Ecco, i Giovani democratici di Bergamo, ovvero il braccio giovanile del Pd, quei difetti li hanno proprio tutti, ma pure di più visto il tasso di antisemitismo mostrato in piazza e sui social, usati come una clava. A misurarne il livello è stato l’ex deputato dem Emanuele Fiano, contestato da un gruppo di pro-Pal, ma soprattutto dai Giovani democratici bergamaschi, in rotta di collisione con il partito, che non l’ha presa bene, e con il buonsenso, viste le posizioni dialoganti di Fiano, rispetto alla crisi israelo-palestinene. Il caso, non molto dissimile da quanto avvenuto all’università Ca’ Foscari, a Venezia, dove i giovani comunisti hanno impedito a Fiano di parlare, si è verificato l’altra sera a Bergamo, quando le forze dell’ordine hanno allontanato i pro-Pal dalla biblioteca Caversazzi, dove era in programma l’incontro “La pace è possibile?”, organizzato dall’associazione Italia-Israele, con ospite proprio lo stesso Fiano. Ad essere allontanati sono stati anche i membri del gruppo dei Giovani democratici, in tutto una decina. Il segretario provinciale della formazione politica dei dem, Lorenzo Lazzaris, ha spiegato di avere una «posizione netta» sul tema della pace fra israeliani e palestinesi e di ritenere «parte della comunicazione di Sinistra per Israele non trasparente: la sinistra non può dialogare con sionisti moderati». Sulla loro pagina Instagram i Giovani democratici (democratici si fa per dire…) sono ancora più espliciti: «Noi siamo e saremo sempre in lotta contro l’oppressore per una Palestina libera, per una pace giusta, per il coinvolgimento di tutti i popoli in un processo di liberazione dall’apartheid». Non solo. Per i giovani dem bergamaschi l’unico dialogo possibile è «con quella componente della società israeliana che oggi si oppone al genocidio». Quindi Fiano «non parla a nome nostro», «né come sinistra, né come Giovani democratici». Un cortocircuito, quello fra il Pd e la sua componente giovanile, mai visto. E, per questo, difficilmente comprensibile. «Secondo me i Giovani Emanuele F democratici che hanno manifestato a Bergamo espressamente contro il sottoscritto», dice Emanuele Fiano a Libero, «non conoscono le mie opinioni, non le hanno mai ascoltate o lette, e per questo ho dato il mio assenso ad una partecipazione all’assemblea del Pd di Bergamo a cui sono stato invitato. Lì potrà, chi vuole, ascoltare le mie opinioni. Ritengo molto grave manifestare contro un membro del proprio partito», sottolinea, «perché significa considerare il dissenso su qualcosa come un ostacolo non risolvibile; e invece noi ci chiamiamo Partito democratico non a caso e consideriamo il dissenso il sale della democrazia. Bisogna ascoltare le opinioni con cui eventualmente si dissente, e prima di combattere le idee bisognerebbe conoscerle». Anche gli esponenti locali, e non solo però, hanno preso le distanze dai propri giovani, a partire dalla sindaca di Bergamo, Elena Carnevali, che ha ricevuto Fiano in Municipio, esprimendo «piena solidarietà nei confronti di una persona di cui ho sempre apprezzato la serietà, il rigore e l’impegno per la convivenza democratica. È giusto dissentire dalle posizioni politiche, ma non è compatibile trasformare il dissenso in attacco personale». A prendere le distanze anche altri esponenti dem di Bergamo, come l’europarlamentare ed ex sindaco, Giorgio Gori, i consiglieri regionali lombardi Jacopo Scandella e Davide Casati e il presidente della Provincia Pasquale Gandolfi. «Si può dissentire dalle sue posizioni, ma non è accettabile che la sua battaglia per “Due popoli e due Stati”, possa essere messa all’indice». La solidarietà a Fiano, almeno in privato, è arrivata da tutti i livelli del partito. Duro anche il commento del coordinatore regionale dei giovani di Forza Italia, Andrea Ninzoli. «A questo punto il Pd ha un problema politico evidente: sta con chi, come Fiano e Sinistra per Israele, lavora per la difficile convivenza di due poo (Ansa) poli, oppure con chi riduce il Medio Oriente a un derby ideologico fra “antisionisti” e “colonialisti”?». Un grosso problema, ancorché serio…

Il grande archivio di Israele

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