L’islamismo e i «fratelli» del silenzio
Che ci faceva la sinistra in piazza a fare il tifo per l’imam di Torino Mohamed Shahin espulso dall’Italia? Un fanatico che di religioso ha poco, che inneggia al 7 ottobre, legato alla Fratellanza Musulmana, associazione terroristica che in Europa ha la sua testa in Francia e i tentacoli ormai aperti sull’Italia. Quando Il Tempo ha cominciato la sua inchiesta denunciando legami diretti fra regime di Hamas e zone grigie della nostra politica, la risposta era stata il silenzio. Silenzio da parte del Pd, di M5S e Avs, i partiti che avevano partecipato a incontri pubblici ed eventi insieme a Mohammad Hannoun e ad altri esponenti pro Pal considerati a livello internazionale troppo vicini al regime. Ora al silenzio si sostituisce la mobilitazione. Perché il partito islamista non è un’invenzione de Il Tempo, i canali di finanziamento e di propaganda dal mondo islamico e dall’Europa non sono una suggestione giornalistica. Perché in questo Paese è in atto un disegno per favorire non l’integrazione ma l’islamizzazione di milioni di immigrati a scopo elettorale.