In Libano 127 morti in un anno: chiamatela tregua di Israele
Almeno 127 civili sono stati uccisi negli attacchi delle Forze di difesa israeliane (Idf) contro il Libano da quando è entrato in vigore il cessate il fuoco quasi un anno fa, lo scorso 27 novembre. Lo ha riferito l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, che ha chiesto un’indagine e il rispetto del cessate il fuoco. Il portavoce Thameen al Kheetan ha dichiarato in una conferenza stampa a Ginevra: «A quasi un anno dal cessate il fuoco concordato tra Libano e Israele, continuiamo ad assistere a un’escalation degli attacchi da parte dell’esercito israeliano». «Ciò ha provocato la morte di civili e la distruzione di obiettivi civili in Libano, insieme a preoccupanti minacce di attacchi più ampi e intensi», ha aggiunto il funzionario, precisando che la cifra indicata include solo i decessi che l’organismo è stato in grado di verificare e che il numero reale potrebbe essere più alto. L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti ha chiesto che vengano condotte indagini «imparziali e rapide» sui raid aerei condotti dall’aviazione israeliana su obiettivi nel sud del Libano. «Devono essere avviate indagini rapide e imparziali sull’attacco ad Ain el-Hilweh», che ha colpito un campo profughi palestinese, «così come su tutti gli altri incidenti che comportano possibili violazioni del diritto umanitario internazionale da parte di tutte le parti, prima e dopo il cessate il fuoco», ha affermato Al-Kheetan. L’esercito libanese sta attuando il suo piano per disarmare le milizie. Il Libano ha «preso precauzioni per affrontare qualsiasi escalation da parte di Israele e le sue possibili conseguenze». Lo ha detto il primo ministro libanese Nawaf Salam a Beirut, aggiungendo che il Libano è «in uno stato di guerra unilaterale. Continuiamo a chiedere il sostegno internazionale per fare pressione su Israele». Dal Libano a Gaza. Le forti piogge cadute nelle ultime ore sulla Striscia di Gaza stanno aggravando le condizioni degli sfollati. Decine di tende che ospitano gli sfollati sono allagate nella zona di Al-Mawasi, a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, riferisce l’agenzia di stampa palestinese Wafa. I soccorritori affermano che decine di tende si trovano nelle pozzanghere provocate dalla pioggia. Le operazioni militari israeliane a Gaza hanno provocato la distruzione totale o parziale del 92% degli edifici residenziali nella Striscia e parte della popolazione ha trovato riparo nelle tende per sfollati, aggiunge Wafa. È in gioco la stessa sopravvivenza di Gaza”, hanno avvertito le Nazioni Unite in un rapporto nel quale si invita la comunità internazionale a elaborare “senza indugio” e in modo coordinato un “piano di ripresa globale”. I raid dell’Idf “hanno eroso tutti i pilastri della sopravvivenza”, dal cibo agli alloggi all’assistenza sanitaria, “minando la governance e facendo sprofondare” l’enclave “in un abisso”, si dice ancora nel dossier della Conferenza Onu sul commercio e lo sviluppo (Unctad). Gaza è ora, a causa degli attacchi militari israeliani, “in uno stato di rovina totale”, prosegue l’Unctad, che stima in circa 70 miliardi di dollari la somma per ricostruire il territorio palestinese. E la chiamano “pace”.