La manifestazione di Roma

La piazza della sinistra che chiede solo agli aggrediti (Ucraina e Israele) di fare un passo indietro

di Michele Magno - 7 Giugno 2025 alle 13:41

Oggi, in piazza San Giovann [1]i, noi non ci saremo. Non ci saranno le migliaia di cittadini che hanno firmato il manifesto «Dalla parte di Israele» [2]. Ci sarà invece la sinistra parlamentare italiana che ha scelto di demonizzare non un governo ma uno Stato, uno Stato che resta l’unica democrazia che esiste in Medio Oriente. Al netto delle non edificanti convenienze elettorali che l’hanno suggerita, si tratta di una strada pericolosa. Perché mai come oggi risuonano profetiche le parole di Primo Levi: «Auschwitz è fuori di noi, ma è intorno a noi, è nell’aria. La peste si è spenta, ma l’infezione serpeggia: sarebbe sciocco negarlo» («L’asimmetria e la vita». Scritti 1955-1987). Perché, dopo poco meno di un secolo, mai come oggi il virus dell’antisemitismo sta contagiando il nostro Paese (e non solo). È un morbo subdolo e sottile, che corrompe la cultura della tolleranza, alimenta quella dell’odio, fa scempio della retta ragione, avvelena i pozzi del dibattito pubblico.
La soluzione per fermare il massacro di Gaza
Mobilitiamoci per fermare subito il massacro a Gaza, dicono Bonelli, Fratoianni, Conte e Schlein. Già, ma come? Con l’embargo delle armi, arrestando Netanyahu e Gallant, con le sanzioni economiche, con la rottura di ogni relazione istituzionale con Gerusalemme? Non scherziamo. Perché, al contrario, non si chiede alla comunità internazionale – fin qui timida e corriva con il mainstream del “genocidio” – di esercitare ogni pressione possibile su Hamas affinché deponga le armi, vincolando i suoi aiuti finanziari (non quelli umanitari) alla liberazione immediata di tutti gli ostaggi (ormai più morti che vivi), senza “rateizzarne” la scarcerazione? Solo a queste condizioni si possono realisticamente immaginare un cessate il fuoco duraturo e l’avvio di negoziati seri, che non possono prescindere dal coinvolgimento degli Emirati arabi, sulla ricostruzione della Striscia e sull’assetto futuro dei territori palestinesi.
La sinistra chiede sempre agli aggrediti di fare un passo indietro
Curiosa, la sinistra parlamentare italiana. Chiede sempre agli aggrediti (Ucraina e Israele, ammesso che ancora ricordi il pogrom del 7 ottobre) e non agli aggressori (Putin e i successori di Sinwar) di fare un passo indietro. E chiede il riconoscimento dello Stato di Palestina con un gruppo di tagliagole ancora al potere, un’organizzazione terroristica che intende cancellare Israele dalla cartina geografica. Curioso, anche, il principale partito della sinistra parlamentare italiana, fondato per unire le migliori tradizioni del cattolicesimo democratico e del socialismo riformista. E che oggi si accoda, o comunque non si batte contro quel guazzabuglio ideologico populistico-terzomondista secondo cui le vittime di ieri sono i carnefici di oggi; lo Stato d’Israele è un’impostura, l’abusivo destinatario di una solidarietà deviata; e la sua nascita e la sua esistenza si avvalgono di un’indebita patente di legittimità morale, frutto soltanto del senso di colpa e della cattiva coscienza dell’Occidente.

Lo Stato israeliano è allora innocente? No, lo Stato israeliano non è innocente, l’ebreo di Tel Aviv non è innocente. Sono infatti colpevoli di combattere per la propria sopravvivenza, per il loro diritto a esistere.

[1] https://www.ilriformista.it/in-piazza-san-giovanni-schlein-ricordi-che-palestina-libera-dal-fiume-al-mare-e-la-negazione-di-israele-470096/
[2] https://www.ilriformista.it/cinquemila-firme-per-israele-ed-e-solo-linizio-lelenco-completo-di-tutte-le-adesioni-470133/

Il grande archivio di Israele

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