Ha Stato Israele
Un ebreo in Giudea, che scandalo: la resistenza al progetto Judenfrei dove i coloni sono invisi perché ebrei
di Iuri Maria Prado - 9 Luglio 2025 alle 13:14
Giuliano Ferrara è sempre bravo e interessante quando si occupa di Israele. Era interessante anche l’articolo che ha scritto ieri sul giornale che fondò, Il Foglio. Un articolo in cui si occupa dei cosiddetti coloni in Giudea e Samaria (la cosiddetta Cisgiordania) osservando che la protervia e le violenze di cui si rendono responsabili dovrebbero essere studiate oltre che condannate. Ferrara dice che bisognerebbe “ascoltare” quei coloni. E che, ascoltandoli, si capisce che al di là della loro intolleranza e delle loro rivendicazioni bibliche c’è la verità rinnegata: e cioè che gli altri, gli arabi, vogliono solo e soltanto ammazzarli tutti.
E da qui in poi Giuliano Ferrara spiega che si tratterebbe di non dedicarsi alla condanna dell’atteggiamento dei coloni dimenticando quella verità contigua, e cioè che gli altri vogliono solo spazzarli via; e indica la necessità di una soluzione alternativa che porti a scegliere “tra civiltà e barbarie, tra sionismo e colonialismo, tra democrazia e fanatismo”. Tutto quasi giusto, salvo per un presupposto che a mio giudizio contamina radicalmente il ragionamento di Ferrara, di cui vale la pena parlare perché riflette convincimenti (e fraintendimenti) diffusi.
La realtà è che l’avversione araba e internazionale ai cosiddetti coloni non dipende affatto dalle violenze di cui alcuni di essi si rendono responsabili: dipende dal puro fatto della presenza di tutti i coloni, di qualsiasi ebreo insomma, nei cosiddetti territori occupati. Cioè la parte di terra israeliana che nessuno ha mai chiamato “occupata” quando la occupava la Giordania, e che tutti hanno cominciato a chiamare “occupata” quando Israele, difendendosi da un’aggressione, l’ha sottratta all’occupante.
Si badi bene. È imperativo pretendere che siano prevenute e represse le violenze di cui si rendono responsabili alcuni coloni, ed è del tutto ragionevole che, in una situazione tanto intricata, Israele sia indotta a rinunciare almeno a una parte di quegli insediamenti (perché è opportuno, non perché è dovuto). Ma è inaudito, senza nessun riscontro di diritto, profondamente ingiusto e palesemente razzista pretendere che lo Stato ebraico abbia l’obbligo di garantire in Giudea e Samaria zone prive di contaminazione ebraica, aree Judenfrei insomma. Ed è questo che si pretende quando si assume che la pace, la giustizia internazionale, la legalità, i diritti dei palestinesi sarebbero compromessi dalla stessa esistenza di un ebreo in quelle terre.
Il vero “crimine” addebitato ai coloni non riguarda i crimini che alcuni di essi commettono: riguarda, pensa un po’, la pretesa del giudeo di vivere in Giudea.