Ha Stato Israele
“Paragonare sionismo e nazismo una semplificazione pericolosa”, Avvenire mette una toppa a La Stampa ma la fa troppo facile
di Iuri Maria Prado - 17 Luglio 2025 alle 14:58
Ieri il giornale dei vescovi, Avvenire, ha pubblicato un decentissimo commento a proposito di un articolo peggio che indecente messo in pagina qualche giorno fa, a firma di Vito Mancuso, dal quotidiano La Stampa. In quel pezzo del foglio piemontese, intitolato “I due volti del fanatismo religioso – Nazi-sionisti contro nazi-islamisti”, Mancuso era riuscito a scrivere che “la religione ebraica ha una duplice essenza: spirituale e politica”; e che nella Bibbia ebraica, accanto a cose passabili, “vi è un’ideologia del potere e dell’oppressione nazionalista e razzista verso altri popoli”.
Una finissima analisi da trivio pre-conciliare che trionfava nel suggerimento eugenetico di “ristrutturare completamente l’esegesi e l’ermeneutica dei testi, in modo tale che non possano più nascere persone come Ben Gvir” (l’attuale ministro israeliano della Sicurezza Nazionale). Per capirsi: coartare le potenzialità maligne della Torah onde impedire che questa generi la malapianta degli ebrei indesiderabili. Occorre compiacersi del fatto che una simile spazzatura argomentativa, tanto più oscena quanto più si esibiva in quell’insopportabile sussiego dottrinale, non sia sfuggita alle ricognizioni critiche del giornale cattolico. Il quale, con il buon pezzo di cui dicevo all’inizio, firmato da Massimo Giuliani, mette in fila e liquida al rango meritato gli spropositi di quel Mancuso.
“È contrario a ogni approccio critico scindere l’ebraismo in due essenze, una spirituale (supposta buona e accettabile) e una politica (ovviamente cattiva, demoniaca sin dall’origine)”, scrive giudiziosamente Giuliani. Né sfugge a Giuliani l’ignominia dell’immonda dicitura che il giornalista de La Stampa si abbandona ad adoperare quando parla della guerra di Gaza: la quale, con obiettivo genocidiario, per Mancuso sarebbe “perseguita lucidamente da questi nazi-sionisti con la kippah”.
Occorre aggiungere, tuttavia, che l’articolo di Giuliani era troppo decente, troppo ragionevole, e dunque troppo incomodo, per sopportare un titolo congruo. E infatti Avvenire ha deciso di intitolarlo così: “Paragonare sionismo e nazismo una semplificazione pericolosa”. Una “semplificazione”. Cioè un po’ ci sta, ma insomma con juicio, se no è pericoloso. Scrivere ciò che quel paragone rappresentava – vale a dire non una semplificazione pericolosa, ma un oltraggio antisemita – andava oltre le libertà che Avvenire poteva concedersi: e di cui a ben guardare aveva già abusato pubblicando un pezzo accettabile.