Le Ragioni di Israele
Israele: minacciato, odiato, calunniato. Cosa fa impazzire di rabbia i suoi nemici
di Michele Magno - 18 Luglio 2025 alle 17:21
Secondo Theodor W. Adorno, ogni spiegazione economica, sociale e religiosa dell’antisemitismo si rivela sempre inadeguata, perché le radici del fenomeno si spingono fino alla profondità più oscura e misteriosa della nostra civiltà. Oggi, di là della gigantesca e fraudolenta asimmetria informativa su quanto accade realmente a Gaza, non il governo di Gerusalemme, ma lo stesso stato ebraico è vittima di una sorta di bias cognitivo (deformazione del giudizio causata dal pregiudizio) delle opinioni pubbliche occidentali.
Un giornalista del Daily Telegraph, Alistair Heath, ha acutamente osservato che Israele è inviso a tante persone di ogni ceto e livello culturale non tanto per ciò che fa, ma per ciò che è: una nazione piccola, ma con un esercito di prim’ordine e una intelligence unica al mondo. E, come il calabrone non dovrebbe volare per la sua conformazione fisica (un mito), così per loro Israele non dovrebbe nemmeno esistere (lo pensano davvero). Israele non ha petrolio né risorse naturali. Ha un territorio grande come il Piemonte e una popolazione inferiore a quella della Lombardia. È circondato da organizzazioni terroristiche che vogliono distruggerlo. È odiato dalle Nazioni Unite. È calunniato dalla maggioranza dello star system e dell’intellettualità “progressista”, italiana e internazionale.
Eppure Israele resiste, anzi prospera: nella cybersicurezza, nella medicina, nella ricerca scientifica, nell’innovazione tecnologica. E continua a trasformare il deserto in giardini agricoli. Il mondo lo guarda stupito e tuttavia non riesce a capirlo. Quindi reagisce come di fronte alle performance di un mago. C’è sempre il trucco. C’è il trucco del sostegno di Washington e dei complotti della lobby ebraica planetaria. Il suo potere, quindi, è truffaldino. Il popolo di Abramo doveva scomparire molto tempo fa e invece è tornato a casa, ha ricostruito la sua terra, la sua lingua, la sua memoria, la sua identità. E questo non è normale. Anzi, è un mistero. Perché è inconcepibile la storia di un popolo che passa dalle camere a gas all’Iron Dome. Perchè è inconcepibile la storia di un popolo sopravvissuto ai babilonesi, ai romani, ai crociati, all’Inquisizione, ai pogrom, alla Shoah, e che ancora si presenta il lunedì a Tel Aviv per lavorare. Probabilmente è questo, o anche questo, che fa impazzire di rabbia i suoi nemici.