La solita retorica: Israele colpevole, Hamas vittima

Netanyahu e l’occupazione totale di Gaza, per tutti è escalation, nessuno ricorda gli ostaggi e la neutralizzazione definitiva di Hamas

di Redazione - 5 Agosto 2025 alle 13:14

La copertura mediatica odierna del conflitto in Medio Oriente è dominata dall’ipotesi di una occupazione totale della Striscia di Gaza da parte di Israele, scenario evocato da Netanyahu e interpretato dai giornali italiani quasi esclusivamente in chiave di escalation, aggressione e “follia militare”, con poco spazio alle ragioni strategiche e umanitarie legate alla liberazione degli ostaggi e alla neutralizzazione definitiva di Hamas.

Gran parte delle testate insiste sul dramma della fame a Gaza, riproponendo l’immagine di un popolo ostaggio di Israele, ignorando o minimizzando il ruolo di Hamas che da mesi “sottrae gli aiuti, militarizza le aree civili, spara sulle distribuzioni alimentari” per alimentare la propaganda del “genocidio”. Repubblica e Corriere amplificano titoli come “Uccidere con la fame è tipico dei regimi” (Maraini) o “Gocce di cibo in un mare di fame” (Tonacci), senza una verifica indipendente delle cifre e delle dinamiche, lasciando Israele nel ruolo di unico carnefice.

Sul fronte politico, diversi giornali parlano di “crisi interna israeliana”, evocando divisioni tra Netanyahu e l’IDF, opposizione di ex-007 e intellettuali ebrei che chiedono il riconoscimento dello Stato di Palestina. La narrativa dominante costruisce un Israele “isolato”, “fuori controllo”, e pronto a occupare Gaza per mera volontà espansionistica. Rarissimi i riferimenti al contesto reale: una guerra scatenata da Hamas il 7 ottobre, la necessità di liberare decine di ostaggi, la minaccia costante di razzi e incursioni dalla Striscia.

Poche voci provano a bilanciare il quadro. Sul Riformista, Iuri Maria Prado smonta le manipolazioni ONU e di certa stampa italiana [1] (“le Nazioni Unite straparlano, il Corriere ripete”), mentre Ruben Della Rocca denuncia la “complicità mediatica” con Hamas, paragonando i tunnel di Gaza a veri e propri lager per civili prigionieri dei terroristi [2]. Sul Foglio, Ferrara analizza come l’Occidente tenga “la coscienza appesa a Hamas”, incapace di condannarne i crimini e ipnotizzato da una narrazione unilaterale che attribuisce solo a Israele il peso della tragedia.

Il quadro complessivo è quello di una “campagna internazionale di pressione politica e mediatica”, in cui la complessità viene cancellata per imporre due assiomi: Israele colpevole, Hamas vittima. La sfida resta ribaltare questa rappresentazione, mostrando che la pace non può passare per concessioni unilaterali al terrorismo, né per processi mediatici senza contraddittorio.

[1] https://www.ilriformista.it/gaza-le-nazioni-unite-straparlano-il-corriere-ripete-e-ci-mette-del-suo-476792/
[2] https://video.ilriformista.it/il-drammatico-video-dellostaggio-israeliano-rom-braslavski-non-mi-danno-cibo-e-acqua-37289/

Il grande archivio di Israele

Abbonamenti de Il Riformista

In partnership esclusiva tra il Riformista e JNS

ABBONATI