Il ruolo di amplificatore
“Licenziate Massimiliano Calì”, marito di Francesca Albanese: il caso scuote la Banca Mondiale, parole “incendiarie” contro Usa e Israele
di HaKol - 14 Agosto 2025 alle 13:00
GINEVRA, 12 agosto. L’organizzazione UN Watch, con sede a Ginevra e impegnata nel monitoraggio delle Nazioni Unite e nella lotta all’antisemitismo, ha chiesto al presidente della Banca Mondiale Ajay Banga di licenziare il senior country economist Massimiliano Calì [1], accusandolo di aver violato gravemente le regole di neutralità dell’istituzione. Secondo UN Watch, Calì — in servizio presso la Banca Mondiale in Tunisia — avrebbe pubblicato per anni post incendiari sui social media, accusati di incitare all’antisemitismo, promuovere il terrorismo jihadista e colpire con attacchi verbali Israele e gli Stati Uniti.
Le accuse a Calì, marito di Albanese
La vicenda si intreccia con un altro caso internazionale: Calì è il marito di Francesca Albanese [2], relatrice speciale dell’ONU sulla Palestina, recentemente sanzionata e interdetta dall’ingresso negli Stati Uniti per le sue dichiarazioni estremiste e per la campagna di guerra economica contro Israele e le imprese americane. In quanto coniuge, Calì è stato incluso nel divieto di ingresso negli USA, un fatto che rischia di pesare sulla sua carriera, dato che la sede centrale della Banca Mondiale è a Washington. In oltre tredici anni di servizio, Calì avrebbe espresso pubblicamente giudizi gravissimi: avrebbe accusato l’America di «voler uccidere bambini» e definito Israele «lo Stato più terrorista della terra», arrivando a paragonare gli israeliani ai nazisti e a giustificare attentati suicidi e accoltellamenti compiuti da palestinesi.
[3]Le accuse si fondano su documenti che descrivono un quadro coerente e inquietante. Calì avrebbe commesso un oltraggio alla memoria della Shoah, accostando un bambino ebreo del ghetto di Varsavia a un bambino palestinese armato di fucile giocattolo. Avrebbe sostenuto che Israele inventa «attacchi con coltello fantasma» per giustificare «carneficine». Avrebbe inoltre descritto come «bambini nella prigione a cielo aperto di Gaza» giovani militanti palestinesi uccisi mentre piazzavano ordigni esplosivi. Non solo: avrebbe promosso il rapporto ONU redatto dalla moglie, nel quale si accusa Israele di genocidio, senza mai menzionare le atrocità commesse da Hamas il 7 ottobre. E già nel 2014 aveva sostenuto una petizione per processare l’allora primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu alla Corte penale internazionale, definendolo un «pluriomicida».
Il ruolo di amplificatore
Per Hillel Neuer, direttore esecutivo di UN Watch, «la lunga storia di retorica antisemita, antiamericana e pro-terrorismo di Massimiliano Calì è una beffa al codice di condotta della Banca Mondiale. Mantenere in organico un apologeta del terrorismo mina la credibilità e la reputazione dell’istituzione». L’organizzazione ha denunciato anche il ruolo di amplificatore che Calì avrebbe svolto per le dichiarazioni della moglie, le stesse che hanno portato alle sue sanzioni internazionali. Per UN Watch, la Banca Mondiale deve non solo procedere al licenziamento, ma chiarire come abbia potuto tollerare per oltre un decennio post pubblici ritenuti pericolosi e incendiari, chiedendo infine che i superiori diretti dell’economista siano chiamati a rispondere.
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[1] https://www.ilriformista.it/le-ambiguita-di-albanese-e-del-marito-massimiliano-cali-la-consulenza-allanp-e-il-conflitto-dinteressi-nella-banca-dove-transitano-i-soldi-di-hamas-474379/
[2] https://www.ilriformista.it/francesca-albanese-lintoccabile-tutte-le-verita-che-mancano-sul-caso-della-relatrice-onu-le-domande-del-riformista-aspettano-una-risposta-474861/
[3] https://www.ilriformista.it/licenziate-massimiliano-cali-marito-di-francesca-albanese-il-caso-scuote-la-banca-mondiale-parole-incendiarie-contro-usa-e-israele-477694/cali-1/