Truppe alla periferia della città
Israele lancia l’operazione su Gaza City, richiamati 60mila riservisti: “Colpiremo la roccaforte del terrore, interromperemo dipendenza da Hamas”
di Redazione - 21 Agosto 2025 alle 09:01
Israele avvia una nuova fase dell’operazione via terra su Gaza City: evacuazioni, ingressi di colonne corazzate e richiamo di 60mila riservisti. Ad annunciarlo nelle scorse ore il portavoce delle Forze di difesa israeliane (Idf), il generale di brigata Effie Defrin: “Abbiamo avviato le operazioni preliminari e le prime fasi dell’attacco: le nostre forze controllano già la periferia” di Gaza City, le sue parole in un comunicato ufficiale citato dai media internazionali.
“Hamas malconcio”
Secondo Defrin “ormai Hamas è ridotto a un gruppo di guerriglia malconcio”. L’obiettivo è quello di colpire “ancora più in profondità nella città di Gaza, una roccaforte del terrore. Aumenteremo i colpi inferti all’infrastruttura del terrore sopra e sotto terra e interromperemo la dipendenza della popolazione da Hamas”, ha proseguito il portavoce. Anche il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu parla di un’azione imminente sottolineando di aver dato istruzioni all’esercito di “abbreviare i tempi per la conquista delle ultime roccaforti del terrore e per la sconfitta di Hamas”.
Le divisioni: il no alla leva degli ultraortodossi
La nuova azione militare richiede la mobilitazione di 130 mila riservisti, tra loro 60 mila hanno già ricevuto i messaggi di richiamo e lo Stato Maggiore calcola che gli scontri potrebbero andare avanti per mesi. Una situazione che alimenta anche lo scontro interno a Tel Aviv con migliaia di ultraortodossi – i cui partiti sostengono Netanyahu – che protestano contro il tentativo di arruolarli per il servizio di leva obbligatorio e già lo scorso giugno avevano minacciato di far cadere il governo [1].
L’opposizione di Bibi vuole l’accordo
Equilibri precari per Bibi che dall’altro lato si ritrova il leader dell’opposizione Yair Lapid che assicura il sostegno del suo partito Yesh Atid a qualsiasi accordo per la tregua a Gaza che riporti a casa gli ostaggi. Per Lapid, i 24 voti del partito centrista dovrebbero servire a neutralizzare l’opposizione dei partiti di estrema destra, alleati di governo di Netanyahu, contrari a qualsiasi intesa per un cessate il fuoco. “Ricordo a Netanyahu che ho una rete di sicurezza di 24 voti per qualsiasi accordo sugli ostaggi. Non ha nemmeno bisogno di dare nulla in cambio, basta riportarli a casa”, ha scritto il leader dell’opposizione su X.
L’approvazione del piano di occupazione di Gaza City e le prime operazioni militari da parte dell’Idf avvengono dopo la proposta di Hamas, appoggiata dai mediatori Egitto e Qatar, per un accordo parziale che prevede il rilascio di 10 ostaggi vivi e un cessate il fuoco di 60 giorni. Il governo Netanyahu deve ancora dare una risposta formale a questa proposta ma l’operazione odierna cristallizza la volontà di andare avanti.
Operazione che arriva dopo che il governo Netanyahu ha approvato ieri il progetto E1: un maxi-insediamento tra Gerusalemme e Ma’ale Adumim. [2]
[1] https://www.ilriformista.it/knesset-a-rischio-scioglimento-ultraortodossi-minacciano-netanyahu-che-pensa-ad-una-sorpresa-attacco-alliran-470591/
[2] https://www.ilriformista.it/verso-nuovi-insediamenti-in-cisgiordania-lo-stato-ebraico-tra-sicurezza-e-convivenza-478311/