Ha Stato Israele
Per condannare le tesi di Smotrich ci si affida ad Hamas: così i terroristi diventano interlocutori politici
di Iuri Maria Prado - 31 Agosto 2025 alle 11:19
Il ministro delle Finanze di Israele, Bezalel Smotrich, ha dichiarato l’altro giorno che per farla finita con la guerra di Gaza occorrerebbe cambiare il modo di far pagare ad Hamas gli errori che ha commesso. Ha detto che bisognerebbe intimare ad Hamas di restituire gli ostaggi e di arrendersi; e che, se Hamas non lo facesse e continuasse a trascinare Israele nella guerra, occorrerebbe annettere via via parti del territorio di Gaza. Un pezzo alla settimana. Ha aggiunto che, dopo lo spostamento dei civili a Sud, bisognerebbe tagliare le linee di rifornimento (acqua, elettricità, eccetera), di modo che queste misure restrittive abbiano un impatto solo sui miliziani di Hamas: i quali, a quel punto, “potranno arrendersi o morire di fame e di sete”. Ha concluso affermando che tutto questo sarebbe “perfettamente legittimo, perfettamente legale”, perché si sta discutendo unicamente dei terroristi di Hamas.
È inutile dire che un simile programma – che non è quello del governo israeliano – può incontrare ogni perplessità, ogni critica, ogni condanna da parte di chi lo ritiene impraticabile, ingiusto, dannoso. E, ovviamente, per raccogliere e rappresentare quelle perplessità, quelle critiche, quelle condanne è legittimo affidarsi alla voce di chiunque. Nel prendere posizione contro Smotrich, tuttavia, non bisognerebbe prendere quella di Hamas, secondo cui il ministro israeliano avrebbe fatto “un appello ufficiale per lo sterminio del nostro popolo”. Non solo, infatti, non è vero, ma se pure fosse vero sarebbe a dir poco inappropriato assumere a testimonianza d’accusa la requisitoria dei macellai del 7 ottobre.
Ma il guaio è proprio che non poche tra le condanne rivolte alle dichiarazioni di Smotrich sono state confezionate sulla scorta di quel proclama di Hamas. Ed è un problema. Perché decidere di contrastare le parole di quel ministro usando le parole di Hamas ha un significato molto preciso sotto almeno due profili. Significa, in primo luogo, elevare quella formazione terroristica al rango di legittimato interlocutore politico. Ma significa poi – e, se è possibile, è anche più grave – dare il segno che la rappresentanza dei diritti dei palestinesi, che si denunciano sacrificati dalle parole di Smotrich, possa utilmente e legittimamente essere affidata al potere che sequestra la vita dei palestinesi stessi e rivendica di usarli “come attrezzi”. Forse non è il miglior modo per difendere i diritti della sofferente popolazione di Gaza.