Il prezzo da pagare

Firenze, Carrai fuori dal Meyer perché chi rappresenta Israele “disturba”. Quel sentimento comune dietro la scelta di Giani

di HaKol - 3 Settembre 2025 alle 07:00

Siamo alle purghe, in Toscana, per chi va contro «il sentimento complessivo». Marco Carrai, console onorario di Israele e presidente della Fondazione Meyer di Firenze, vede il suo incarico messo in discussione non per la qualità del lavoro svolto ma perché “legato a Israele”.
Carrai fuori dal Meyer
È questo, in sintesi, il ragionamento del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, che ha detto in un’intervista a Novaradio: «Quando si esaurirà fra pochissimi mesi quell’incarico è opportuno che si abbia un’altra figura che possa tranquillizzare rispetto al sentimento complessivo». E qual è il “sentimento complessivo”, se non l’antisemitismo? Perché, diciamolo chiaro e tondo, Carrai disturba. Non perché incompetente, ma perché rappresenta Israele. Ecco il punto: la politica, quella che si dice progressista e democratica, sta normalizzando il ricatto delle piazze antisemite.

Perché di questo si tratta. Lorenzo Falchi, candidato per AVS alle prossime regionali in Toscana, applaude a piene mani: «La volontà di non voler procedere al rinnovo dell’incarico a Marco Carrai è un passo importante nella direzione invocata da Avs insieme ad associazioni e movimenti». E aggiunge che «oggettivamente risulterebbe davvero difficile immaginare che Carrai possa proseguire il mandato in questo contesto».
Carrai, un problema
In questo contesto. Quale contesto? Quello dell’odio antisraeliano trasformato in odio antiebraico. Quello che confonde il ruolo di un console con la colpa d’identità. Carrai diventa un problema non per ciò che fa, ma per ciò che rappresenta: Israele. Il paradosso è che la Fondazione Meyer è un’eccellenza riconosciuta a livello internazionale, e che Carrai l’ha guidata senza macchie, garantendo stabilità e visione. Ma qui non interessa la sostanza, interessa fare demagogia a basso prezzo. Quello del patto Pd-M5S, nel quale Giuseppe Conte ha imposto a Elly Schlein, che l’ha mandata da Giani, Paola Taverna come commissaria contiana per la Toscana. Ed eccolo, il prezzo da pagare.

Il grande archivio di Israele

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