Le sanzioni

Europa, ipotesi dazi su Israele. Il problema italiano: siamo tra i primi esportatori verso Tel Aviv

di HaKol - 19 Settembre 2025 alle 09:46

La Commissione Europea è pronta a proporre dazi sulle importazioni da Israele allo scopo di “rendere migliore la situazione umanitaria a Gaza e non punire Tel Aviv”, come dice l’Alto rappresentante europeo per la politica estera, Kaja Kallas. Il pacchetto che Bruxelles propone ai Paesi membri dell’Unione prevede l’imposizione di dazi sul 37 per cento delle importazioni da Israele. Nel corso del 2024, Tel Aviv ha venduto in Europa merci per oltre 16 miliardi di euro. Le tariffe, pertanto, colpirebbero solo 5,7 miliardi di euro di essere per un totale di “danni” stimati intorno ai 250 milioni di euro. In pratica si sospenderebbero alcune concessioni commerciali previste dall’Accordo “di Associazione” con lo Stato mediorientale. Quella dell’Ue è solo una proposta. Toccherà ora agli Stati Membri decidere come agire con una maggioranza qualificata. Al momento, i più dubbioso sono Italia e Germania non solo per la memoria storica di ciò che è successo agli ebrei durante la seconda guerra mondiale ma anche per una questione di “amicizia” tra le tre nazioni.
Italia
In modo particolare, l’Italia è il terzo Paese europeo per export verso Israele, dopo Germania e Francia. Nel corso del 2024, le aziende italiane hanno venduto merci per oltre 3,5 miliardi di euro in Israele. L’import israeliano in Italia si assesta a circa un miliardo di euro. Pertanto, l’interscambio tra le due nazioni ammonta a 4,5 miliardi di euro. Cosa accadrebbe dunque in caso di imposizione dei dazi? Sebbene l’ipotesi, secondo molte fonti politiche, appaia piuttosto improbabile, l’impatto per l’Italia potrebbe avere due possibilità. Una prima in cui i dazi vengono pagati dai cittadini italiani. Tenendo conto che il Belpaese importa circa un miliardo di euro di merci, i dazi andrebbero applicati su almeno 370 milioni di importazioni, meno del dieci per cento del totale europeo. Si potrebbero, perciò, stimare maggiori costi per circa 23 milioni di euro. La seconda possibilità è che le imprese israeliane, per evitare di perdere quote di mercato italiano, deciderebbero di assorbire loro i dazi che l’Unione Europea vuole applicare.
Export italiano
Il vero problema con il quale nessuno sembra fare i conti sarebbe però la risposta israeliana. Se si sospende l’accordo di Associazione, quali dazi applicherebbe Tel Aviv per ritorsione? Questo potrebbe rappresentare un dilemma per le imprese italiane che, ricordiamo, esportano 3,5 miliardi di prodotti verso il Paese ebraico. Ragionando con dazi reciproci, l’export italiano si troverebbe a dover pagare dazi per svariati milioni di euro. Al momento non si può ipotizzare il costo ma è evidente che in caso di tariffe imposte dal Bruxelles anche Israele risponderebbe con la stessa “arma”. In ogni caso, le vendite italiane verso Israele rappresentano una voce importante nel totale dell’export del Belpaese. La principale voce di export dell’Italia verso Israele è quella dei “macchinari, reattori e caldaie”. Nel corso del 2024, le aziende del settore hanno venduto 665 milioni di euro di merci nello Stato del Medioriente. Al secondo posto ci sono “Perle, pietre preziose, metalli” per 277 milioni di euro. Tocca poi al comparto delle apparecchiature elettriche ed elettroniche per 255 milioni di euro. Voce rilevante anche per l’arredo e gli edifici prefabbricati il cui valore delle vendite nello Stato della Stella di Davide ammonta a 194 milioni di euro.
Import
Le principali importazioni riguardano i prodotti della plastica per 223 milioni di euro. Seguono poi i combustibili minerali, gli oli per 103 milioni di euro e gli apparati ottici e fotografici per 82 milioni di euro. Senza contare che Italia e Israele contano diversi accordi bilaterali nel campo della ricerca delle nuove tecnologie e degli sviluppi dei software. Un capitolo a parte merita il discorso delle armi. Il Belpaese, negli anni, è stato tra i più importanti esportatori di materiali della difesa verso Tel Aviv. Nel 2024 l’Italia ha esportato verso Israele armi, munizioni, parti e accessori vari per circa 6,4 milioni di euro. Il valore è stato dimezzato rispetto all’anno precedente: 13,7 milioni di euro. Ricordiamo, poi, che il nostro Paese ha dichiarato di non aver rilasciato nuove autorizzazioni (licenze) per esportazioni di materiali militari verso Israele dopo il 7 ottobre 2023 (data dell’inizio del conflitto intensificato in Gaza). Tuttavia, ciò non ha impedito che venissero evasi contratti preesistenti, cioè ordinativi firmati prima di quella data, che l’Italia ha continuato a soddisfare, come ha dichiarato il Ministero della Difesa.

Il grande archivio di Israele

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