Uno spettacolo magnifico

L’armata Brancaleone della Flotilla resterà senza porto, i pro-Pal dovranno tornare subito in Italia dove giornali e tv li aspettano a braccia aperte

di Marco Del Monte - 30 Settembre 2025 alle 11:40

Da giorni la storia della Global Sumud Flotilla occupa mente e cuore di chi tifa per Gaza. Partirà o non partirà? Porta aiuti o va per provocare un incidente? Quale sarà la reazione di Israele? Prima di esaminare le problematiche sottese a un’iniziativa del genere, è importante capire la situazione in cui tutto questo clamore è esploso e continua ad agitarsi.

L’Italia, come al solito, viaggia su un binario tutto suo, frutto di una mentalità bizantina e cerchiobottista, che tenta di soddisfare tutte le esigenze. In questo Paese si sta permettendo di tutto: ogni città è invasa, bloccata da migliaia di manifestanti che urlano e assaltano le forze dell’ordine e dove nessuno paga i costi dei danni provocati; dove i portuali si rifiutano di movimentare merci israeliane, dove gli ebrei non hanno più accesso a molti servizi pubblici di varia natura. Perché accade tutto questo? L’Italia, purtroppo, ha un retaggio terribile e un’eredità che pesa sulle spalle di tutti noi. Senza tornare indietro fino al Medioevo, basta ricordare quanto accaduto durante e dopo la Seconda guerra mondiale.

Dando prova di coerenza con il proprio passato, l’Italia comincia la guerra come ferrea alleata della Germania nazista e la finisce combattendo una guerra clandestina contro i tedeschi, mentre al di sopra del Rubicone (il famoso fiume dell’alea iacta est di Giulio Cesare) nasce la Repubblica di Salò, che continua la guerra con gli alleati con i quali l’aveva iniziata. In Italia vive e prospera il più grande Partito comunista d’Europa, fedele all’URSS fino alla morte; fatto che viene messo in burla da Guareschi nella saga di Don Camillo e il sindaco comunista Peppone. In ogni altro Paese ci sarebbero stati scontri giornalieri, ma l’Italia è il Paese dei compromessi e allora ecco che il Partito comunista si adagia sull’assunto che – non potendo aspirare al governo centrale – occupa tutte le posizioni strettamente nazionali, come Province, Comuni, Procure di periferia, istituzioni culturali e sportive, mentre la Democrazia cristiana è deputata al governo nazionale, dove può vantare i Ministeri più importanti. Questa paralisi amministrativa, tuttavia, consente al Paese di vivere e prosperare fino al 1992, quando scoppia Tangentopoli, che ha per effetto la scomparsa dei partiti e l’inizio di un cauto caos, dove il governo centrale non è più in grado di tenere a bada le piazze.

Oggi i sindacati non si occupano più dei lavoratori e delle loro esigenze, ma fanno “politica d’alto bordo”, come se il governo centrale non esistesse. I Comuni scelgono, in piena autonomia, la politica estera che vogliono, e le Università sono diventate di nuovo il territorio di caccia dei gruppi più facinorosi che dettano le delibere ai Senati accademici (pur essendo minoranza tra gli studenti). Il sindacato ex comunista, la Cgil, esautora niente meno che il Ministero degli Esteri e prende iniziative del tutto autonome. In questo clima, di soppiatto, si comincia a organizzare la Flotilla, dettando in pratica movimenti e comportamenti.

In un contesto normale, nessuno avrebbe nulla da ridire se qualcuno cercasse di portare aiuto a un Paese che si crede essere in difficoltà, ma con ben altre modalità. Invece quest’insieme di natanti sceglie di portare quattro barattoli di Nutella, un po’ di salami calabresi, bende e cerotti in abbondanza, ostriche e champagne alla popolazione affamata, scegliendo la costa di Gaza come punto d’arrivo. Non va dimenticato che Gaza ha un litorale sabbioso, con bassi fondali ed è priva di porti; inoltre non ha alcun punto d’attracco, perché il pontile costruito dagli americani è stato spazzato via da una mareggiata.

Stando così le cose, è lecito chiedersi – ammesso e non concesso che si permetta alla Flotilla di arrivare a Gaza – come farebbero questi improvvisati lupi di mare a fermarsi, scaricare, fare un giro per Gaza e ritornare sulle navi. Questa semplice situazione da sola dovrebbe seppellire l’armata Brancaleone (o invincibile armata, che dir si voglia) con una risata oceanica, e invece sono settimane che non si parla d’altro. Nel frattempo, tutti i vip e i partiti che appoggiano questa missione si prendono le pagine di giornale e le trasmissioni, avendo guadagnato in notorietà e senso di carità. Veramente uno spettacolo magnifico.

Il grande archivio di Israele

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