Il sostegno a Gaza
7 ottobre, non c’è solidarietà nell’antisemitismo. Mattarella: “Fu un vile attacco terroristico. Non confluisca in un sentimento ignobile”
di HaKol - 8 Ottobre 2025 alle 10:54
Sono le 6:29 quando le prime luci dell’alba illuminano il deserto del Negev. A pochi chilometri dalla Striscia di Gaza, vicino al kibbutz di Re’im, si sono riunite decine di persone. Parenti, amici, donne e uomini vicini alle vittime e agli ostaggi della crudeltà di Hamas. Due anni fa le loro vite vennero stravolte. Al rave party del Nova Festival c’era una musica assordante. Poi gli spari, le grida, la disperazione e infine il silenzio, destinato a restare per sempre. Dopo l’indelebile cicatrice dell’Olocausto, il 7 ottobre è la ferita più grande nella storia dello Stato ebraico. Una di quelle che non si rimarginano, che non possono essere sminuite, tantomeno dimenticate.
«Il 7 ottobre del 2023 rimane e rimarrà nelle coscienze come una pagina turpe della storia: un vile attacco terroristico che avvenne contro inermi cittadini israeliani, recando grave danno alla causa della pace e della reciproca sicurezza in Palestina». Con queste parole, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato ieri l’operazione di Hamas che, due anni fa, gettò Israele nel terrore, facendo precipitare la situazione in Medio Oriente. Sotto gli occhi di tutti, oggi il mondo dimostra di essere vicino più che mai alla popolazione palestinese. Ma quella che spesso viene professata come solidarietà nei confronti di Gaza, sta portando a giustificare e ad alimentare episodi di antisemitismo, anche estremi, come quello avvenuto pochi giorni fa nella sinagoga di Manchester. Ieri Mattarella lo ha ribadito: «Quanto avviene a Gaza e i diversi sentimenti che suscita non possono confluire in quello ignobile dell’antisemitismo», rinnovando la sua vicinanza al popolo israeliano, auspicando la fine del conflitto e anche la liberazione degli ostaggi.
Rientrato in Vaticano da Castel Gandolfo, Papa Leone ha invitato a mettere da parte l’odio per lasciare spazio al dialogo. Ferma la sua condanna verso le azioni antisemite: «Gli atti di antisemitismo sono veramente preoccupanti. Bisogna sempre annunciare la pace e il rispetto per la dignità di tutte le persone». Sulla tensione tra Parolin e l’ambasciata israeliana, dopo le dichiarazioni del segretario di Stato vaticano in un’intervista, il Pontefice non si è pronunciato, cercando di rasserenare gli animi. Tra le fila della maggioranza, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in una nota diffusa da Palazzo Chigi, ha rimarcato come il 7 ottobre sia stata una delle pagine più buie della nostra storia. La premier si è soffermata sull’occasione proposta dal progetto di Trump: «Il piano di pace di Trump offre un’opportunità che non deve andare sprecata per giungere a una cessazione permanente delle ostilità, riportare a casa gli ostaggi nelle mani di Hamas e avviare un processo verso un quadro di pace e di sicurezza in tutto il Medio Oriente».
È apparso fiducioso sulle prospettive di pace anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani: «Dobbiamo fare in modo che i colloqui di Sharm El-Sheikh abbiano successo e le prime informazioni che arrivano sono confortanti. Ci auguriamo – ha sottolineato – che si possa veramente applicare il piano statunitense per arrivare a una soluzione due popoli e due Stati, finire la guerra e liberare gli ostaggi». Pungenti le dichiarazioni del segretario della Lega Matteo Salvini, a Marina di Massa per la campagna elettorale: «Siamo qua a ricordare e a pregare che gli sforzi del presidente Trump riportino la pace fra Israele e Palestina e che nessuno si metta di traverso, perché ho come l’impressione che qualcuno non voglia la pace né per Gaza né fra Russia e Ucraina».
Fuori dal governo, è chiaro e conciso il post del leader di Azione Carlo Calenda, che su X ha scritto: «Ricordiamo il pogrom del 7 ottobre. Onoriamo le vittime, i rapiti e il dolore delle loro famiglie. Possibilmente senza polemiche». Da Bruxelles arriva il monito della vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno: «Combattere ogni forma di antisemitismo è la base per salvaguardare la democrazia e la convivenza civile. Auspico che il piano proposto dagli Stati Uniti – ha proseguito – possa davvero aprire la strada alla pace e a una stagione di stabilità nell’area». Critico, infine, verso la deriva antiebraica delle manifestazioni pro-Pal nelle città italiane, il messaggio dell’ambasciatore israeliano in Italia Jonathan Peled: «Trovo oltraggioso che in Italia ci siano degli eventi che celebrano il massacro del 7 ottobre. Confidiamo – ha aggiunto – che l’Italia impedirà manifestazioni che esaltano il terrorismo e tradiscono i valori della nostra civiltà democratica».