Politica
Gaza, i terroristi tengono in ostaggio i prigionieri. I pro-Hamas tengono in ostaggio l’Italia
di Marco Del Monte - 8 Ottobre 2025 alle 15:56
Per quasi un mese, in Italia, si è parlato, sentito e scritto soltanto di manifestazioni per Gaza e “Global Sumud Flotilla”. È di certo un problema serio e complesso, ma non è l’unico e per cercare di capirne origini ed obiettivi, da buoni ingegneri. cerchiamo di separare le variabili. La questione ha come base di partenza l’immigrazione incontrollata sul territorio nazionale ed i troppi “soggetti” fuori controllo che circolano nel Paese. I Sindaci, che reclamano perfino la facoltà di “legiferare”, avrebbero dovuto tenere a bada la situazione e invece l’hanno di fatto favorita, molte volte rendendosi succubi o complici delle forze “oscure” che lucrano sull’immigrazione clandestina.
Collegato al punto precedente c’è che proliferano incontrollati i luoghi di culto clandestini, che molto spesso sono dei veri e propri centri di indottrinamento. C’è poi da considerare che la capitale di Italia è contemporaneamente capitale dello Stato della Città del Vaticano e centro del cattolicesimo mondiale, il quale per lunghissimi periodi è rimasto al Medio Evo per quanto riguarda i rapporti con gli Ebrei. Al contrario, con l’Islam non ci sono contrasti seri, perché le due religioni si sono sempre sfiorate, combattendo o dialogando da lontano. Per la Chiesa Cattolica l’unico problema che coinvolge i musulmani è rappresentato dalla gestione dei luoghi santi, problema risolto con accordi taciti tra i vertici vaticani e il gran muftì di Gerusalemme (che risponde al re di Giordania); una volta eliminato l’ostacolo, tra le due confessioni si è instaurato un rapporto di buon vicinato se non addirittura di collaborazione.
La constatazione, poi, di avere un inquilino “indesiderato” comune (gli Ebrei e gli Israeliani) ha cementato la collaborazione, che dà corpo agli attuali equilibri che marciano con le modalità proprie di una vera e propria “sostituzione” degli ebrei con i musulmani. Se si fanno due conti si può vedere che in Italia il numero di questi ultimi supera abbondantemente le cinquecentomila unità, che in maggioranza rispettano solo le leggi islamiche, disinteressandosi di quelle del paese ospitante. Ecco spiegato il perché in Italia avvengono cose che non si vedono in nessun altro paese. Come dicevamo all’inizio, soltanto qui l’argomento “Flotilla” è ancora d’attualità pur essendo teoricamente esaurito.
Giovedì 2 ottobre a sera inoltrata la “Global S. F.” è entrata in zona di guerra ed è stata bloccata, come previsto, dalla marina israeliana. La sequenza temporale è stata questa: un nanosecondo dopo che il primo “piede” del primo militare israeliano si è allungato verso la murata di una delle imbarcazioni cinquemila persone armate di bandiere palestinesi, megastriscioni, strumenti vari e megafoni si sono ritrovati alla Stazione Termini di Roma e altre decine di migliaia a Torino, Milano, Bologna, Firenze e Napoli. In Italia è ormai in atto un vero e proprio “colpo di stato”, perché non è pensabile che si continui a bloccare il Paese almeno una volta a settimana per i motivi di cui sopra. Non è, altresì, plausibile che di fronte al ferimento di quasi centocinquanta donne e uomini delle forze dell’ordine non ci sia stato neanche un arresto, né un processo per direttissima per le acclarate flagranze di reato.
Nonostante questo si è tenuto lo sciopero generale ed è stata permessa la manifestazione del 4 ottobre, dove oltre ai vandalismi e ai poliziotti in ospedale si è continuato a sentire l’odioso ritornello “Free Palestine”. Ma non basta, perché si va a negare l’evidenza di cartelli inneggianti al 7 ottobre e cartelli diretti contro il governo, nelle persone della Presidente del Consiglio e dei suoi vice, il tutto in totale assenza di bandiere italiane. Sabato sera la conduttrice di un tg Mediaset ha mostrato un’immagine con sole bandiere palestinesi, di Hamas ed Hezbollah ed un suo ospite ha così commentato: “ma siamo a Ramallah?”. È chiaro che l’opposizione sta cavalcando “la guerra di Gaza” per far cadere il Governo, altro che solidarietà con i palestinesi, piuttosto sottomissione ai palestinesi pro Hamas. La conclusione è amara e si riassume con la citazione del canto VI del Purgatorio dantesco (vv 76-78): “ahi, serva Italia di dolore ostello/ nave sanza nocchiero in gran tempesta/ non donna di province, ma bordello”.