Non conquisterà Nobel per la pace ma...
Il piano Trump-Blair è la vittoria della politica contro ogni rigurgito delle piazze pro Hamas
di HaKol - 10 Ottobre 2025 alle 10:56
Forse non conquisterà il Premio Nobel per la Pace, e probabilmente la grancassa mediatica della stampa liberal farà di tutto per ridimensionare la portata del risultato ottenuto da Donald Trump e dalla sua amministrazione, ma il piano Trump-Blair è un fatto ed è soprattutto la vittoria della politica, quella vera, contro ogni rigurgito delle piazze pro Hamas.
Perché questo risultato diplomatico parte da un presupposto su cui tanto gli Stati Uniti quanto i partner europei protagonisti come Italia e Germania non hanno mai creduto: quello di riconoscere a Israele il ruolo di aggredito, elemento che in tanti, fin troppi anche in Europa hanno pensato di marginalizzare per timore della propaganda pro Hamas che è stata sapientemente e dolosamente orchestrata.
Ma questo risultato è anche una vittoria israeliana, perché senza la forza militare d’Israele, senza la vittoria tattica sul campo, senza i colpi inflitti alla piovra eretta dall’Iran, nessuno avrebbe potuto neanche immaginare una semplice tregua, figuriamoci il profilarsi di un accordo di pace.
La politica di Trump e dei suoi consiglieri è stata quella di immaginare l’impensabile, persino nell’acuirsi del conflitto a Gaza. Riuscendo a scorgere che, proprio tra le macerie di Gaza, potessero riprendere vigore per un ulteriore balzo in avanti gli “Accordi di Abramo”, all’origine poi della macchinazione iraniana che ha condotto al pogrom del 7 ottobre, riaprendo e rinvigorendo l’unica chance concreta di stabilizzazione in Medio Oriente che passa inevitabilmente dalla regia americana e dagli alleati di Washington nell’area. Un progetto che ha una duplice paternità, quella di Donald Trump e Bibi Netanyahu.
Ora si entra nella fase più delicata, e la prudenza è d’obbligo (se è vero che una “pace” giovane è una pace instabile) e del resto ogni punto dell’accordo richiederà non poche cautele. Resta il dato politico, e oggi con buona pace dei critici Donald Trump potrei aggiungere un ulteriore “pace” al suo elenco, l’ottava, e se le precedenti sette avevano suscitato ilarità, l’ottava non può che fa gioire tutti, o per lo meno coloro che la pace, quella vera l’anno sempre desiderata.