Le Ragioni di Israele
Pace bloccata, Trump è sempre più nervoso. E il governo Netanyahu si rafforza
di Giuseppe Kalowski - 19 Ottobre 2025 alle 10:15
Difficile che possa avere inizio la seconda fase del piano Trump dal momento che Hamas di fatto rifiuta di consegnare i corpi dei diciannove israeliani ancora nelle loro mani e dichiara, tramite alti funzionari, che non ha alcuna intenzione di disarmarsi e “togliere il disturbo” ma di voler affermare la propria autorità su Gaza, nonostante il salvacondotto concordato che li allontanerebbe come persone libere.
Si profila una “impasse” che crea molti problemi innanzitutto ad Israele, ma che sta facendo innervosire Trump ogni giorno sempre di più. Le esecuzioni dei guerriglieri di Hamas, che hanno ripreso il controllo di una parte del territorio nei confronti dei presunti collaboratori di Israele e dissidenti, sono un segnale molto chiaro sulle vere intenzioni di Hamas. Va sottolineato l’iniziale “silenzio assordante” di quasi tutte le piattaforme mediatiche italiane per quelle efferate uccisioni di piazza da parte dei terroristi di Hamas davanti a una folla esultante che riprendeva le feroci esecuzioni con i cellulari.
La tregua potrà facilmente cadere sulla restituzione degli ostaggi morti: Israele, tramite il suo ministro della difesa Katz, ha annunciato che l’IDF sta preparando un piano di ripresa dei combattimenti se non vengono restituiti al più presto i corpi degli ostaggi uccisi; i tempi concordati per la loro restituzione sono già passati e il presidente Trump è stato molto chiaro in proposito, affermando che Israele potrà riprendere i combattimenti nel caso Hamas continui a prendere tempo. Israele, da un punto di vista diplomatico, ha finalmente raccolto una importante vittoria: le manifestazioni continue pro-Hamas unite alle varie flottiglie, hanno dimostrato la loro irrilevanza politica; la stessa irrilevanza, ai fini della pace, che hanno dimostrato le cancellerie europee quando hanno incredibilmente “dato sponda” a Hamas riconoscendo lo stato di Palestina.
Solo la Germania e l’Italia hanno dimostrato una lungimiranza politica che verrà premiata dall’amministrazione americana al momento della ricostruzione di Gaza: questi due paesi probabilmente avranno un ruolo centrale. Qui in Israele tutti si chiedono, forse ingenuamente, come è stata possibile questa “gara” al riconoscimento della Palestina che ha dimostrato solo la cecità politica e forse anche un pregiudizio anti israeliano mascherato da una volontà di pacificazione. Sul fronte politico interno c’è da registrare, secondo l’ultimo sondaggio del quotidiano israeliano Maariv il rafforzamento della coalizione del governo Netanyahu di 4 seggi dovuto al ritorno degli ostaggi da Gaza.
Secondo questo sondaggio la coalizione di governo salirebbe a 52 seggi contro i 58 dell’opposizione (servono almeno 61 seggi per avere la maggioranza). Il partito di Lapid, forse perché ha assicurato i suoi voti al governo nel caso ce ne fosse bisogno, ha perso 3 seggi rispetto la settimana scorsa. Sorprendentemente i due partiti di estrema destra guidati da Ben Gvir e Smotrich sono in ascesa nonostante la loro opposizione al piano di pace. In particolare Smotrich supererebbe la soglia di sbarramento se si votasse oggi, contrariamente ai sondaggi precedenti. È una situazione in divenire che riserverà sorprese fino a un minuto prima delle elezioni del prossimo anno.