Oltrepassato anche l’ultimo limite di decenza istituzionale

“Italia complice del genocidio”, la censura politica di Francesca Albanese: tra fake e deliranti raccomandazioni la misura è colma

di Iuri Maria Prado - 30 Ottobre 2025 alle 12:49

Ciò che ha dichiarato l’altro giorno Francesca Albanese [1], dopo la presentazione alle Nazioni Unite del suo rapporto sulle presunte complicità nel presunto genocidio di Gaza, denuncia che la disinvoltura di questa signora ha oltrepassato anche l’ultimo limite di decenza istituzionale. Nel difendere quell’elaborato – un manifesto di propaganda politica che istiga “avvocati, sindacati, società civile e cittadini comuni” a far proprie le sue deliranti raccomandazioni – Albanese, in una conferenza stampa a margine della seduta, si è esibita in divagazioni sul “livello di immaturità politica” dell’Italia e ha definito “grottesco” l’intervento del rappresentante italiano alle Nazioni Unite, l’ambasciatore Maurizio Massari.
La censura politica di Albanese
Un simile spettacolo non si sarebbe potuto tenere se a questa signora qualcuno avesse segnalato che non può permettersi simili disinvolture. Perché qui si va oltre il caso del consulente dell’Onu che si mette sotto i tacchi lo statuto che regola il proprio contegno pubblico, e che lo vincola a doveri di ritenutezza, cautela e imparzialità certamente disattesi se si comporta in quel modo. Qui siamo al caso del presunto esperto “tecnico” che, da sotto l’ombrello dell’organizzazione internazionale che si avvale dei suoi servigi, fa comizi di censura politica contro l’Italia e ne dileggia il plenipotenziario accreditato.
Le fake a difesa del delirio
E lo fa, oltretutto, spacciando l’informazione falsa secondo cui l’Italia, nel fornire armi a Israele, sarebbe responsabile di quelle complicità genocidiarie visto che un organo giurisdizionale (la Corte Internazionale di Giustizia) avrebbe “riconosciuto il rischio di genocidio”. Un’affermazione capziosamente manipolatoria giacché mai la Corte ha fatto quel riconoscimento, né tanto meno ha addebitato agli Stati una qualsiasi responsabilità nell’eventuale fornitura di armamenti a Israele. Ma questi sono solo supplementi di profilo tecnico sul conto delle ben più gravi sguaiatezze cui questa signora si sente libera di abbandonarsi. Sarebbe il caso che l’Italia politica e istituzionale le facesse sapere che la misura è colma.

[1] https://www.ilriformista.it/la-neutralita-a-senso-unico-di-francesca-albanese-pathos-mediterraneo-e-interpretazione-creativa-cosi-il-7-ottobre-e-un-apostrofo-rosso-tra-le-parole-fiume-e-mare-484562/

Il grande archivio di Israele

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