Esteri

Alla dogana scompare il genocidio: Johannesburg, 153 gazawi trattenuti per 12 ore

di HaKol - 19 Novembre 2025 alle 12:25

All’aeroporto di Johannesburg, 153 gazawi vengono trattenuti per 12 ore. L’unico motivo reale è un timbro mancante, ed è sufficiente per bloccare persone in fuga dalla stessa guerra che il Sudafrica definisce “genocidio” davanti alla Corte Internazionale. È un gesto che rivela più di qualsiasi dichiarazione ufficiale: Pretoria costruisce la propria postura morale accusando Israele, ma quando i palestinesi arrivano davvero li respinge con gli stessi strumenti burocratici che altrove denuncia.

La contraddizione è evidente. La legge sudafricana prevede l’ingresso senza visto: in teoria, due milioni di gazawi potrebbero essere accolti legalmente. In pratica, il Sudafrica non ne vuole neppure 153. E questo pone un interrogativo che non ammette scappatoie: se Pretoria è convinta dell’esistenza di un genocidio, allora ha respinto le vittime; se non lo è, allora tutto il suo attivismo internazionale è costruito su un’accusa politica, non su un’emergenza umanitaria. In entrambi i casi, l’esito è lo stesso: la retorica dei diritti umani si sgretola esattamente dove dovrebbe valere di più, alla frontiera.

Il grande archivio di Israele

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