Le Ragioni di Israele

Palestinese in Germania ottiene la cittadinanza tedesca e festeggia invocando Hamas: Berlino la revoca

di HaKol - 20 Novembre 2025 alle 10:05

Si chiama Abdallah. La sua storia dimostra come la Germania prenda molto sul serio il problema dell’odio anti ebraico e ci permette di riflettere sul reale significato del processo di integrazione.

Arrivato in Germania da bambino come rifugiato palestinese, Abdallah era riuscito ad ottenere la naturalizzazione e il passaporto tedesco. Un traguardo importante, il coronamento di un percorso che avrebbe dovuto sancire la sua piena adesione ai valori della società tedesca. Eppure, qualcosa è andato storto. Aveva già partecipato a diverse manifestazioni anti-israeliane dopo il 7 ottobre 2023, ma dopo aver elogiato Hamas su Instagram, pubblicando una foto di due miliziani con la bandiera palestinese e scrivendo “Eroi della Palestina” come didascalia, il passaporto gli è stato revocato. Incredibilmente, ciò che rende questo caso particolarmente emblematico è la tempistica: la pubblicazione di quella foto risale al giorno successivo a quello in cui aveva ottenuto il passaporto tedesco. Ventiquattro ore.

È evidente che Abdallah non aveva preso sul serio l’articolo 11 della Legge sulla cittadinanza tedesca che, tra le altre cose, stabilisce espressamente che il candidato debba giurare fedeltà all’ordinamento democratico e alla protezione della vita ebraica. Quest’ultimo punto non è un dettaglio: è una conseguenza diretta della storia tedesca, un impegno solenne. Una scelta che oggi appare quanto mai necessaria di fronte al riemergere di forme di antisemitismo che si mascherano da antisionismo o da solidarietà con la causa palestinese, ma che celano la stessa matrice di odio che l’Europa credeva di aver superato dopo la Shoah. Ma quel giuramento, per Abdallah, non era stato altro che una formula burocratica da ripetere per ottenere un documento, non un impegno reale vissuto e compreso. Come è possibile che qualcuno attraversi l’intero processo di naturalizzazione senza comprendere davvero i valori fondamentali del Paese che lo ospita? La domanda non è retorica: Hamas, in Germania, è riconosciuta come organizzazione terroristica. Definire “eroi” i suoi miliziani non è espressione di una legittima posizione politica: è apologia del terrorismo.

La Germania è un Paese serio. Non si pensi a un accanimento del momento: è dal 5 febbraio 2009 che la legge tedesca sulla cittadinanza prevede la revoca delle naturalizzazioni ottenute in maniera fraudolenta. Nel 2019, il termine entro cui è possibile procedere alla revoca è stato esteso a dieci anni, segno che il legislatore ha voluto rafforzare gli strumenti a disposizione dello Stato per contrastare naturalizzazioni ottenute con false dichiarazioni. La ratio della norma è chiara: chi ottiene la cittadinanza mentendo sui propri valori e sul proprio impegno verso i principi democratici non merita di conservarla.

D’altra parte la revoca della cittadinanza, nel caso di Abdallah, si inserisce in una prassi ormai consolidata. Le statistiche del Bundesverwaltungsamt parlano chiaro: negli ultimi cinque anni (2020-2024) sono state revocate ben 1.009 cittadinanze tedesche, con un picco nel 2024 di circa 270 casi – un record. Il 2025 ha già superato quota 270 nei primi mesi dell’anno. Questi numeri dimostrano che lo Stato tedesco prende sul serio i giuramenti richiesti per la naturalizzazione e non tollera che vengano trasformati in formule vuote. Ma Abdallah ha stabilito un primato particolare: ha reso evidente la sua menzogna appena un giorno dopo aver ricevuto il passaporto. Non si è trattato di un cambiamento di opinione avvenuto nel tempo, di una radicalizzazione successiva o di un’incomprensione culturale. Si è trattato di una finzione consapevole, come quella di molti altri semplicemente più cauti nell’esprimere pubblicamente opinioni incompatibili con i valori democratici. Le quasi 1.500 revoche degli ultimi anni suggeriscono che il problema delle naturalizzazioni fraudolente sia tutt’altro che marginale.

Abdallah ora ha presentato ricorso contro la revoca e la sua situazione legale rimane in sospeso. Qualora la revoca dovesse essere confermata, quale sarà il suo status? La cittadinanza palestinese, infatti, non esiste e Abdallah rischia di trovarsi in una condizione di apolidia. Un bel problema per la Germania, che è vincolata dalla Convenzione sulla riduzione dell’apolidia del 1961. Sarà dunque compito dei tribunali tedeschi bilanciare questi obblighi internazionali con la necessità di far rispettare il giuramento di fedeltà ai valori democratici. Un impegno gravoso, ma necessario.

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