Attentati (veri) contro Israele e attacchi (fantasma) alla Flotilla: lo strabismo della sinistra

di Marco Del Monte - 17 Settembre 2025 alle 14:29

Da domenica 7 settembre sono accaduti fatti molto seri: l’attentato a Gerusalemme, con sei morti israeliani, condotto certamente da Fatah di Abu Mazen; due misteriosi attacchi alla Flotilla in acque tunisine denunciati dagli attivisti; l’attacco a tutto l’attuale stato maggiore di Hamas in Qatar, operato da Israele in due o tre raid. Ci si sarebbe aspettata una reazione immediata e furibonda dal mondo arabo (più propriamente islamico), dure prese di posizione, annuncio di un cataclisma. Si è avuto invece il silenzio, cui ha fatto eco una sempre più sgangherata opposizione contro il governo italiano.

Le reazioni dei soliti partiti, che si contendono la leadership della sinistra, sono a dir poco ridicole. Questo “campo largo”, come orgogliosamente viene definito dai leader, dà per scontato che il “macellaio” Netanyahu sia anche stupido e superficiale, così come il “suo sodale” Trump. Il perché è quasi una tautologia: gli Usa hanno la base più grande del Medio Oriente proprio in Qatar e Israele va ad attaccare i vertici di Hamas proprio lì; l’inclita dottoressa Albanese corre immediatamente in Tunisia per dare un abbraccio di consolazione alla piccola Greta, che ha denunciato un attacco israeliano con droni alla sua ammiraglia.

Vediamo, nell’ordine. Si sa che il Qatar da due anni è tra gli Stati mediatori tra Hamas e Israele, ma, contemporaneamente, ha ospitato e ospita i vertici del terrore islamico e si occupa del loro finanziamento, conducendo, quindi, un doppio gioco, di cui si sono stancati almeno in tre (oltre Israele, naturalmente): l’Arabia Saudita, l’Egitto e gli Usa. La mia convinzione è che anche lo stesso Qatar si sia stancato dei palestinesi che ospita, e infatti Israele ha sorvolato, indisturbato, l’Egitto, l’Arabia Saudita e la base Usa senza che nessuno si sia lamentato per il disturbo.

Con l’attentato di Gerusalemme, Fatah, cinicamente, ha ufficializzato la sua resurrezione, proprio mentre Hamas è nel suo più serio momento di difficoltà, proponendosi, quindi, agli occhi del mondo islamico come una credibile alternativa ad Hamas. Non è un caso che i “palestinesi” vengano difesi e coccolati dall’Occidente e dall’Europa, che vede al vertice dell’assistenza in tutti i campi il nostro Paese, mentre i fratelli “arabi” non ne vogliono sapere. Scorrendo l’almanacco vediamo, infatti, che la Giordania nel settembre del 1970 ha raso al suolo il campo profughi di Al-Wehdat perché fu scoperto un complotto contro il re Hussein, ideato dai palestinesi, idem in Libano nel 1982 e l’Egitto fin dall’8 ottobre 2023 ha sigillato le frontiere.

E poi ci sono i presunti attacchi alla Flotilla, che sarebbero stati effettuati da droni provenienti naturalmente da Israele. A prescindere dal fatto che la stessa Tunisia ha negato ufficialmente che ciò possa essere avvenuto, dobbiamo pensare che nella mente e negli occhi di questi “poveri soccorritori” sia passata qualche visione. Non risulta a nessuno, infatti, che Israele abbia in dotazione droni in grado di percorrere tremila chilometri; e, oltretutto, le fonti ufficiali tunisine hanno dichiarato di non aver visto proprio nulla. Due le cose: o i crocieristi hanno visto un ufo oppure bisogna temere Israele, che possiede droni così sofisticati e invisibili.

In tutto questo, è palese l’intento provocatorio della missione (altro che umanitaria), e il perché è di tutta evidenza. L’opposizione italiana, inoltre, ha chiesto al governo di proteggere la flotta “Brancaleone” e si indigna pure per la pacata risposta data dalla presidente del Consiglio, che ha semplicemente fatto notare che dovevano parlarne prima, ma soprattutto che non avrebbero dovuto surriscaldare un clima già incandescente.

Il grande archivio di Israele

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