La Global Sumud Flotilla è nata a tavolino dopo il Sabato Nero?
di Federica Valcauda - 17 Settembre 2025 alle 14:50
L’iniziativa Global Sumud Flotilla è formalmente nata nel 2025, quando alcune organizzazioni – Freedom Flotilla Coalition, Global Movement to Gaza, Maghreb Sumud Flotilla e Sumud Nusantara – hanno annunciato la sua creazione. Ma le cose stanno davvero così?
Se si va sul profilo X dell’iniziativa, si scopre che l’apertura del canale risale a ottobre 2023, proprio il mese dell’attacco del 7 ottobre. Il primo post “ufficiale” è della giornalista indiana Sadaf Afreen, ritwittata dalla Global il 9 ottobre 2023. In quel post la giornalista si indignava per i bombardamenti israeliani su Gaza dopo il 7 ottobre. Ma davvero Hamas non si aspettava una risposta, dopo aver ucciso più di 1.200 persone e preso in ostaggio 250 civili, tra cui 30 bambini?
Il 14 ottobre 2023, quando ancora a livello internazionale non si parlava di genocidio ma l’attenzione era ferma sul pogrom subito da Israele, la Global Sumud Flottilla twittava: “#GazaGenocide”. Com’è possibile rispondere in questo modo dopo una chiara dichiarazione di guerra da parte di Hamas? Perché, nell’opinione pubblica, non è mai stata data sufficiente rilevanza ai 250 ostaggi nelle mani dell’organizzazione terroristica, che ancora oggi non ha intenzione di deporre le armi?
Sono domande legittime. Così come è legittimo chiedersi se l’operazione della Global Sumud Flotilla fosse già stata pianificata, considerando che il diritto internazionale dei conflitti armati – in particolare il Manuale di Sanremo sul diritto applicabile ai conflitti armati in mare, accettato come diritto consuetudinario – stabilisce che: un blocco navale può essere legittimo se è dichiarato, notificato, effettivo e non finalizzato a provocare fame tra la popolazione civile; chi impone un blocco può fermare e sequestrare navi dirette verso porti bloccati, anche in acque internazionali, se si ritiene che stiano violando il blocco.
La Commissione Palmer dell’ONU (2011), istituita dopo il caso della nave Mavi Marmara, ha stabilito che il blocco navale di Israele su Gaza è conforme al diritto internazionale dei conflitti armati. Proprio la Mavi Marmara apparteneva all’ONG turca IHH (Humanitarian Relief Foundation), parte del convoglio organizzato da ONG internazionali. Israele accusa l’IHH di avere legami con Hamas e l’ha dichiarata illegale nel 2008. Stati Uniti e Unione Europea, invece, non hanno adottato tale decisione, continuando a considerarla un’ONG umanitaria, sebbene con varie indagini critiche. Alcuni rapporti, come quello della Foundation for Defense of Democracies, sostengono che parte dei fondi dell’IHH sia stata destinata ad attività vicine ad Hamas.
È noto che la Turchia consideri Hamas un’organizzazione politica. Il presidente Recep Tayyip Erdoğan lo ha definito un “movimento di liberazione”. Leader di Hamas come Khaled Meshaal e Ismail Haniyeh sono stati ricevuti più volte ad Ankara e a Istanbul. Il 20 aprile 2024, Erdoğan ha incontrato a Istanbul Ismail Haniyeh. Nel frattempo, dal 18 ottobre 2023 il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha sanzionato membri e facilitatori finanziari di Hamas attivi in diversi Paesi, inclusa la Turchia (sanzioni OFAC). Tra i sostenitori della Global Sumud Flottilla figurano anche personalità che hanno espresso apertamente posizioni favorevoli ad Hamas. İsmail Mansur Özdemir, sociologo e attivista turco, ha più volte dichiarato sui social il proprio sostegno a Hamas e alla “resistenza”: “Not just Hamas, we Turks are PALESTINE…”. Mushtaq Ahmad Khan, ex senatore pakistano che prenderà parte al viaggio con la Flotilla, ha chiesto formalmente al governo del Pakistan di riconoscere Hamas come governo legittimo.
Sappiamo che l’obiettivo di Hamas e delle altre organizzazioni terroristiche è la distruzione dello Stato di Israele; al netto di questo, vorremmo sapere se anche la Global Sumud Flotilla ha lo stesso pensiero di Hamas.