“Il rapporto delle Nazioni Unite sul genocidio contro Israele è un attacco al pensiero critico”
18 Settembre 2025 alle 12:48
Presentato come un'”analisi giuridica” da un trio guidato da Navi Pillay, ex Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, chiunque legga il testo anche con un minimo di spirito critico si renderà conto che non si tratta di un’indagine imparziale. È un documento di advocacy che inizia con un verdetto e procede a ritroso, raccogliendo frammenti di informazioni a supporto della sua affermazione, escludendo tutto ciò che potrebbe complicarla o contraddirla.
…Prese insieme, queste omissioni creano un quadro distorto. Rimuovendo Hamas dal campo di battaglia, la commissione dipinge Israele come un avversario unilaterale contro i civili. Ignorando i crimini di Hamas contro la propria popolazione, assolve Hamas dalla responsabilità delle sofferenze dei civili. Cancellando gli sforzi umanitari di Israele, nega prove che contraddicono l’accusa di intento genocida. Questa non è un’indagine. È una costruzione narrativa.
Ciò che il rapporto non dimostra mai è l’unico requisito richiesto dalla Convenzione sul Genocidio: l’intento specifico di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso. L’intento dichiarato di Israele è stato coerente e chiaro: restituire gli ostaggi, distruggere la capacità militare di Hamas, rimuovere Hamas dal potere e difendere i suoi cittadini. Questo non è genocidio. Questa è guerra.