Una battaglia per la fine della guerra a Gaza

18 Settembre 2025 alle 13:15

L’editoriale di Ugo Volli descrive l’ingresso dell’esercito israeliano a Gaza City come un’offensiva ampiamente annunciata e preparata, a differenza di quanto riportato dalla maggior parte dei media internazionali. L’operazione è stata preceduta da una decina di giorni di bombardamenti su roccaforti di Hamas e da comunicazioni dell’esercito israeliano ai civili, invitandoli a spostarsi in zone sicure. Hamas, invece, avrebbe cercato di trattenerli per usarli come scudi umani.

L’autore sostiene che l’obiettivo dell’operazione, confermato dal Segretario di Stato americano Marco Rubio, è l’eliminazione di Hamas e la liberazione degli ostaggi. Il testo paragona l’attuale campagna con l’operazione di Rafah, dove le previsioni di un disastro umanitario non si sono verificate e l’azione ha portato all’eliminazione di Yahya Sinwar. L’articolo accusa i media e le forze politiche “progressiste” di condurre una campagna di propaganda contro Israele, non per preoccupazione umanitaria ma per motivi politici, come il timore di una vittoria troppo netta di Israele o la vicinanza ad Hamas.

La battaglia, si legge, sarà difficile e lunga, durando settimane o mesi a causa della natura labirintica e piena di trappole della città. Oltre al fronte di Gaza, la guerra si svolge anche su altri fronti, inclusi attacchi degli Houthi, azioni in Libano e Siria, e una partita ancora aperta con l’Iran. Infine, l’editoriale sottolinea come il “fronte” della politica internazionale stia cercando di isolare Israele, ma che questo progetto non stia prevalendo, in gran parte grazie al supporto degli Stati Uniti.

Il grande archivio di Israele

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