Cisgiordania, coloni incendiano una moschea Palestinesi uccisi, indagine dell’Idf
Non c’è pace in Cisgiordania. Dopo l’inizio della grande operazione “antiterrorismo” di Israele a nord dei territori occupati, un video pubblicato dal canale arabo Al Ghad Tv, diventato virale e commentato da Haaretz, mette in moto una indagine dell’Idf. Le immagini riprendono due palestinesi a braccia alzate che si arrendono alle forze israeliane, che avrebbero poi fatto fuoco uccidendoli. Se esercito e polizia hanno fatto sapere di indagare sull’episodio, il ministro per la Sicurezza nazionale israeliano Ben Gvir ha manifestato pieno sostegno ai militari che – ha dichiarato – hanno fatto quello che ci si aspetta da loro, cioè hanno sparato perché «i terroristi devono morire». Anche i coloni tornano a colpire con violenza in Cisgiordania. Uomini mascherati sono entrati ieri nella moschea di Al-Falah, a nord del villaggio di Biddya, vicino a Kafr Qasem, imbrattandola e dandole fuoco. Immediata la presa di posizione di Francia, Germania, Regno Unito e Italia, che in una nota scrivono «condanniamo fermamente il massiccio aumento della violenza dei coloni contro i civili palestinesi e invochiamo la stabilità in Cisgiordania». I quattro Paesi chiedono al governo israeliano «di ottemperare ai propri obblighi ai sensi del diritto internazionale» e sottolineano il rischio di compromissione del piano di pace alla luce delle violenze. Violenze che ieri hanno scandito anche il secondo giorno dell’operazione militare di Idf e Shin Bet a nord dei territori. La Mezzaluna Rossa Palestinese ha riferito che due minori feriti delle forze armate israeliane sono stati ricoverati in ospedale, mentre, secondo i media arabi l’esercito israeliano avrebbe ucciso un uomo nel campo profughi palestinesi di Jenin, un fenomeno denunciato da tempo dalle Nazioni Unite. L’Unrwa (l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi) ha dichiarato che circa 32mila palestinesi sono stati costretti a fuggire a causa delle incursioni israeliane nei campi profughi della Cisgiordania settentrionale. Come ha spiegato il direttore degli affari esteri Rolan Friedrich, le autorità israeliane hanno emesso due ordini di demolizioni di massa per circa 190 edifici nel campo di Jenin, mentre altri 12 saranno demoliti nei prossimi giorni. «L’ultimo episodio – ha spiegato – nei continui sforzi per riprogettare la topografia dei campi». Un progetto contro cui si sono espressi Italia, Francia, Germania e Regno Unito, che hanno ribadito la loro contrarietà a qualsiasi forma di annessione e hanno chiesto al governo israeliano di invertire la politica che ha portato all’approvazione di 28mila nuove unità abitative in Cisgiordania dall’inizio dell’anno. Il sostegno al popolo palestinese arriva anche da una delegazione parlamentare italiana, guidata da Laura Boldrini, che ieri a Ramallah ha incontrato Abu Mazen. I parlamentari hanno ribadito l’importanza del diritto internazionale e umanitario, si sono detti contrari ai doppi standard nelle relazioni internazionali e agli attacchi coloniali in Cisgiordania e Gerusalemme.