lntervista – Il vescovo Bizzeti «Prevost non tacerà Alzerà la voce per Gaza e il Libano»
Nove anni in Anatolia. D’accordo le celebrazioni per i 1700 dal Concilio di Nicea, l’impegno ecumenico e a favore del dialogo interreligioso, ma la trasferta del Papa in Turchia e Libano «ha riflessi anche politici» ed è occasione «per denunciare il dramma di Gaza e l’invasione arbitraria del Libano da parte di Israele». Ancor più nella consapevolezza del «ruolo diplomatico assunto da Ankara con cui la Santa Sede ha una sostanziale consonanza di vedute sul Medio Oriente», spiega il vescovo Paolo Bizzeti, dal 2015 al 2024 vicario apostolico in Anatolia. Prevost rilancerà il piano Trump per Ga2a? «La posizione del Papa sulla Palestina, a favore della soluzione a due Stati, è chiara già da prima della piattaforma Usa». La Turchia è una sponda credibile? «C’è l’impegno comune per far sì che il cessate il fuoco permanga e si favorisca una soluzione pacifica sotto l’egida dell’Onu, nel rispetto della legge internazionale. Quindi non la legge del più forte». Ricordare Nicea significa fare memoria di una cristianità unita. Come sanare lo scisma degli ortodossi che contestano la potestà universale del Papa? «Serve un’unità non nell’uniformità, ma nella diversità. E il primato del vescovo di Roma nella carità è qualcosa di cui si discuteva già nei primi secoli della Chiesa». Nicea affermò la natura divina e umana di Gesù, oggi c’è confusione? «Sì, non si può scindere Gesù storico da Cristo».