«La sinistra filo-islamista è una quinta colonna contro l’Occidente. Così l’Europa è finita»

Il filosofo francese denuncia il nuovo antisemitismo woke e fa una previsione: «La cultura giudaico-cristiana scomparirà»

«La Francia e l’Europa sono finite. La demografia parla; è solo una questione di tempo» dice Michel Onfray tra i più autorevoli e apocalittici filosofi francesi. Pensatore post-nietzschiano figlio della lezione di Albert Camus e della sinistra libertaria, nei suoi scritti Onfray ha denunciato il nuovo antisemitismo woke, il personalismo macroniano, le derive nichiliste di un occidente che rinuncia alla propria storia. Come valuta la cosiddetta crisi della Quinta Repubblica francese? «Non bisogna parlare di crisi della Repubblica, ma della deriva personalista ed autoreferenziale del Capo dello Stato. Quando Emmanuel Macron perde un’elezione, afferma, infatti, di averla vinta e si comporta come se l’avesse vinta. Lo scioglimento dell’Assemblea Nazionale ha prodotto un podio chiaro: un partito che ha vinto, il Rn con più di 10 milioni di voti. Un secondo, il Nuovo Fronte Popolare, con poco più di 7 milioni di voti. Un terzo, il cosiddetto blocco centrale, che in realtà è marginale. È in questo blocco minoritario che il Presidente ha scelto i suoi tre Primi ministri in meno di un anno: Barnier (2 milioni di voti), François Bayrou (meno del 5% al primo turno…). Si è trattata di una scelta illiberale e autocratica. Se esiste una crisi, quindi, non è quella delle istituzioni né della Quinta Repubblica, ma una crisi morale: quella del Capo dello Stato che interpreta a suo vantaggio le regole della Repubblica. Lecornu è un terzo esponente minoritario che applica una parte della politica del Partito Socialista, che alle ultime presidenziali ha raccolto l’1,7% dei voti. È il macronismo che sta soffocando le istituzioni della Quinta Repubblica come un serpente costrittore. Non il contrario». Che cosa pensa dell’attuale centrismo macroniano? «Il macronismo è, in realtà, solo il nome mocando mentaneo a s s u n t o di tutto dall’ideologia maastrimembri chtiana che ti» ha avuto prima per leader Mitterrand, Chirac, Sarkozy, Hollande e dunque Macron. Ma non finirà con lui. Il nuovo candidato del sistema maastrichtiano si chiama Raphaël Glucksmann: il servizio pubblico francese lavora per lui. Tutto sarà fatto – e lo dico chiaramente: tutto – affinché Marine Le Pen non sia eletta, né lei né chiunque appartenga al suo partito. Perfino Mélenchon, il candidato della islamo-sinistra che lavora solo per sé stesso e possiede un ego smisurato, potrebbe servire al sistema. Condivide infatti con il padronato e i maastrichtiani l’ideologia di un mondo senza frontiere e creolizzato». Ne «L’autre collaboration» descrive il ruolo che gli intellettuali di sinistra hanno avuto nello sviluppo di un clima antisemita nella storia. «Esattamente. Hanno ripreso la fiaccola dell’antisemitismo, accusando paradossalmente i loro avversari di antisemitismo fascista o nazista mentre creavano una nuova fase dell’antisemitismo: quella dell’antisionismo, che cristallizza un odio bellicoso che assimila Occidente, bianchi, Stati Uniti, capitalismo, denaro, civiltà. Così la Palestina, un concetto costruito ideologicamente durante la Guerra fredda dall’Urss per combattere gli Stati Uniti in Medio Oriente, viene utilizzata come strumento che permette ai nostalgici del comunismo sovietico di proseguire la loro lotta sotto le bandiere del palestinismo. Non a caso Putin ha chiaramente preso posizione a favore di Hamas e non ha condannato in modo netto il pogrom del 7 ottobre». E i giovani? «La gioventù è logorata da anni di lavaggio del cer
vello nelle scuole, nei licei, nelle università, nella maggior parte dei media, e così manifesta per le strade con bandiere palestinesi accanto a vecchi comunisti, vecchi stalinisti, vecchi maoisti, vecchi trotskysti, vecchi uomini di sinistra convertiti ai meriti della causa LGBTQ+, che celebra l’utero in affitto e il “commercio di bambini”». Una saldatura tra cultura woke e islamismo politico… «Sì. È proprio ciò che sta accadendo. Una convergenza delle loro lotte alimenta una quinta colonna che sarà disponibile il giorno in cui il Paese crollerà sotto i colpi sferrati dai narcotrafficanti, dagli estremisti, dagli islamisti, il tutto sostenuto da una gioventù indottrinata. È il progetto rivoluzionario di Bakunin, che voleva una rivoluzione guidata dal sotto-proletariato tanto detestato da Marx. Un’ipotetica elezione di Marine Le Pen potrebbe generare, in modo reattivo, questo passaggio all’atto rivoluzionario. Mélenchon conta su questo…». Pensa che la classe intellettuale woke e la sinistra politica rifiutino le radici dell’Occidente, in particolare il suo patrimonio giudaico-cristiano? «Certamente. Sto leggendo un libro – di cui non darò né il titolo, né il sottotitolo, né il nome dell’autrice che si presenta come storica la cui tesi è che la cultura giudaico-cristiana sia un’impostura. Ciò è paragonabile a coloro che sostengono che la Terra sia piatta. Io, per parte mia, sto scrivendo una summa, il cui primo volume è appena uscito con il titolo “Déambulation dans les ruines”, per mostrare cosa sia questa civiltà, cosa la definisca, come si costituisca, come abbia brillato in tutto il pianeta. E come purtroppo si stia anche sgretolando e come scomparirà. Ho previsto diversi volumi, almeno quattro, per dimostrare che il giudeo-cristianesimo, ben lungi dall’essere un’impostura, è semplicemente il nome di una civiltà che, in senso hegeliano, ha rivelato al mondo la sua verità».

Il grande archivio di Israele

Abbonamenti de Il Riformista

In partnership esclusiva tra il Riformista e JNS

ABBONATI