Boldrini bloccata in Israele. Tajani la salva, lei lo accusa

La Farnesina ha messo in moto l’ambasciata d’Italia in Israele. A cascata, la nostra rappresentanza diplomatica ha attivato lo Shin Bet, il servizio di sicurezza interno dello Stato ebraico, e il comando militare Cogat, responsabile delle operazioni nei territori palestinesi. Obiettivo: garantire la sicurezza dei sei parlamentari italiani del Pd – Laura Boldrini, Andrea Orlando, Mauro Berruto, Ouidad Bakkali, Sara Ferrari e Valentina Ghio – rimasti bloccati nel corso di un’operazione antiterrorismo israeliana in Cisgiordania, sulla strada che da Gerico li stava riportando a Gerusalemme. Per poter mettere in sicurezza la delegazione dem, in missione in Medio Oriente dal 23 novembre a ieri, il console generale a Gerusalemme è dovuto intervenire sul posto con due vetture blindate, accompagnato dalla scorta e da un ufficiale dello Stato ebraico. Non solo: la Farnesina è riuscita anche, dopo essersi messa in contatto con il comando dell’unità israeliana responsabile dell’attività nell’area, a far sospendere l’operazione per consentire l’assistenza ai parlamentari. Missione compiuta: i sei rappresentanti del partito di Elly Schlein sono poi tornati in albergo, a Gerusalemme. Da lì ieri mattina hanno preso la via per il ritorno in Italia, come previsto. Solo che prima di farlo si sono preoccupati di smentire, nonostante l’aiuto ricevuto nel corso dell’operazione israeliana ci sono state esplosioni, circostanza che ha spinto i sei parlamentari italiani a lasciare la loro vettura “van” per cercare riparo nell’abitazione di una famiglia palestinese – la ricostruzione del nostro ministero degli Esteri. «Non c’è stato bisogno di alcun intervento straordinario, non comprendiamo perché la Farnesina stia facendo circolare una diversa ricostruzione dei fatti», hanno messo a verbale in una nota gli esponenti dem. Il gruppo aveva iniziato la sua missione dai quartieri palestinesi di Gerusalemme est. Da lì si era poi spostato verso altri luoghi dei territori per documentare «la minaccia di espropriazioni e demolizioni» da parte dei coloni con la complicità, naturalmente, del governo israeliano: «In Cisgiordania è in corso un’azione violenta di sopraffazione dei palestinesi a ogni livello» (parole di Boldrini). Tra le tappe, i centri di Masafer Yatta, Gerico e Ramallah. Giovedì sera, ha raccontato l’ex presidente di Montecitorio a Fanpage, «eravamo nel villaggio di Hizma, dove abbiamo fatto il cambio di pulmino. A un certo punto abbiamo sentito fortissimi botti e abbiamo visto che l’Idf (le forze militari d’Israele, ndr) lanciava queste bombe stordenti verso le macchine, le macchine che erano in fila con noi al checkpoint». Un paio d’ore dopo, a sentire Boldrini, i parlamentari del Pd sarebbero rimontati sul loro pulmino per poi fare ritorno a Gerusalemme. «Non è vero che siamo stati presi, messi sui blindati con qualcuno del Cogat che ci è venuto a prelevare. Non siamo stati prelevati da nessuno. Ce ne siamo tornati via con nostro pulmino», ha detto la parlamentare del Pd. È vero che c’è stato un contatto con il console italiano, ma solo per informarlo «di quello che stava accadendo». Parole che hanno irritato sia la Farnesina, che era stata subissata di richieste da prima della partenza per il Medio Oriente, sia il nostro personale in Israele. Fonti diplomatiche a Gerusalemme hanno espresso «dispiacere» per i toni, definiti «sprezzanti», usati da Boldrini e dai suoi colleghi parlamentari. Secondo quanto risulta a Libero, i parlamentari dem, comprensibilmente in preda alla paura per essersi trovati in mezzo a un’operazione militare, avrebbero chiamato il ministero degli Esteri per chiedere aiuto. Farnesina che sarebbe stata raggiunta telefonicamente, con la richiesta di intervenire presso gli israeliani, anche dallo stesso Pd da Roma. A quel punto, come sarebbe accaduto per ogni connazionale e come del resto è sempre successo, la macchina del ministero degli Esteri si è messa in azione riuscendo anche a intercedere presso l’unità militare dello Stato ebraico responsabile dell’attività antiterrorismo. A Boldrini che su Fanpage si è rammaricata della «nota che dice tutt’altro», la Farnesina ha ricordato che il ministero «ha doverosamente informato l’opinione pubblica di un’operazione di assistenza che avremmo finalizzato per ogni cittadino italiano». Da qui lo stupore, eufemismo, per la «contro-narrazione» dem.

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