Intervista a Sepideh Farsi: “Fatma uccisa dall’Idf per le sue foto: è stata il mio occhio su Gaza”
Sono trascorsi quasi otto mesi da quando due missili israeliani nel cuore della notte hanno sepolto sotto le macerie della sua casa a Ga2a City la fotoreporter ventiquattrenne Fatma Hassona, protagonista del commovente doc Put Your Soul on Your Hand and Walk della regista iraniana Sepideh Farsi, film presentato in anteprima mondiale allo scorso Festival di Cannes e poi alla Festa del Cinema di Roma, da giovedì nelle sale. Farsi – che ha lasciato l’Iran da giovanissima per liberarsi dall’oppressione degli ayatollah – durante un intero anno ha videochiamato la giovane fotografa Hassona. Fino a quando non è stata uccisa, proprio quando la regista stava cercando di organizzare il suo viaggio al festival in Francia, dove il film era stato selezionato per il concorso. Secondo Forensic Architecture – il think tank fondato dall’intellettuale israeliano Eyal Weizman, con sede alla Goldsmiths University di Londra, per indagare ingiustizie e abusi dei diritti umani a opera di società o Stati nazionali – le sue fotografie, che ritraggono i civili di Gaza inermi in mezzo alla devastazione, hanno scatenato la furia omicida dell’Idf, che per punirla il 15 aprile scorso ha colpito anche i suoi sei fratelli e il padre. Solo la madre di Fatma è sopravvissuta. “Non dimenticherò mai la sua voglia di non farsi abbattere dalle condizioni terribili in cui si trovava a vivere – sospira la regista Farsi –, e la determinazione nel documentare con la sua macchina Farsi he fotografica le sofferenze dei gazawi , ma Gaza anche la loro dignità. Fatma cercava la dignità in mezzo alla distruzione”. Quando ha visto Fatma perdere peso, con lo sguardo stanco e ogni volta più massacrato e spento, che faceva fatica a ricordarsi ciò che le aveva appena detto, come si è sentita? Colpevole e allo stesso tempo frustrata. Una sensazione terribile di impotenza. Mentre io potevo andare a comprare qualsiasi tipo di cibo, lei non poteva mangiare niente di niente. Alcuni giorni dopo che sua madre si era ripresa dal coma, dopo la morte di Fatma, aveva chiesto una mela ma non le era stato possibile trovarla e non perché non avesse i soldi per comprarla; la migliore amica di Fatma l’aveva cercata ovunque ma non ce n’erano. Non riuscire a trovare una semplice mela è qualcosa di in immaginabile per noi. Cosa pensava Fatma del proprio popolo? In una delle videochiamate che ho inserito nel documentario Fatma si era detta orgogliosa della capacità propria e dei palestinesi in generale di saper resistere a mani nude all’aggressore e all’occupazione. Aveva ragione a sentirsi così: orgogliosa di saper resistere in modo pacifico a un esercito armato fino ai denti. Israele continua a occupare Ga2a in molti modi, innanzitutto impedendo la libertà di movimento dei palestinesi, gestendo l’accesso alle risorse, dal cibo all’acqua, obbligando i gazawi a usare i soldi israeliani, come fa notare Fatma nel film, ‘‘ Il sorriso è spento dopo che il suo vo che dim distruzio obbligando alla rete internet ancora in 2G. Cosa pensa della tregua voluta dal presidente americano Donald Trump? Ci sono stati e ci sono ancora morti, l’Idf è ancora nella Striscia, gli aiuti alimentari e sanitari sono ancora troppo scarsi, Israele impedisce ancora ai giornalisti internazionali di entrare nella Striscia. La politica coloniale di Israele non è cambiata. Gli accordi sono uno show, una sorta di farsa, e, come sta emergendo, non porteranno la pace né a Gaza né in Cisgiordania dove l’occupazione è di giorno in giorno più crudele. I coloni assieme all ’esercito israeliano stanno cancellando la possibilità che nasca un reale Stato di Palestina. Israele da due anni viola il diritto internazionale non solo per quanto riguarda la Striscia di Gaza e la Cisgiordania ma anche, per esempio, nei confronti dell’Iran. Pur essendo io contraria al regime iraniano, ritengo che la guerra dei 12 giorni sia stata una violazione delle regole internazionali. L’Idf si comporta come un movimento terrorista, tanto quanto Hamas. Del resto è stato proprio Netanyahu a far crescere e rendere forte Hamas.