Le Ragioni di Israele
Gruppi jihadisti dilagano in Occidente. Il fenomeno che cresce nell’ombra e le democrazie che ne ignorano la portata
di Andrea B. Nardi - 30 Novembre 2025 alle 11:30
L’enorme pericolo dell’eversione odierna è il suo non appartenere più a piccoli gruppi anarco-comunisti, tipo BR o Baader Meinhof, bensì a veri e propri Stati. Sono organizzazioni saldamente radicate in territori statuali con centinaia di milioni di abitanti in aree mediorientali e africane.
Il loro obiettivo è il jihadismo, l’imperialismo islamista radicalizzato: una guerra di conquista per instaurare la teocrazia tirannica totalitaria che vuole abolire tutti i diritti delle società moderne e rifiuta integralmente la democrazia. Princìpi propri del nazismo, di cui adotta criteri e demagogie fin dai tempi del Gran Mufti di Gerusalemme Amin al-Husseini, alleato del Terzo Reich e zio di Yasser Arafat: ferrea dittatura politica, razzismo, odio per gli omosessuali, assoluta intolleranza religiosa, il più terribile patriarcato, totale sottomissione delle donne, violenza omicida contro gli avversari politici. Finché l’Occidente non capirà questo concetto, sarà destinato a soccombere alla Sharia e a perdere tutte le libertà conquistate nei secoli.
Con il decreto di Trump, la Fratellanza Musulmana entra nelle organizzazioni terroristiche, essendone la principale e potentissima fomentatrice ideologica, e ciò è un bene ma non basta. Molti Paesi musulmani sono impegnati a combatterla, in primis l’Egitto, per questo ha eretto una triplice barriera al confine con la Striscia di Gaza: giacché i gazawi sono da decenni imbevuti di propaganda dei Fratelli Musulmani, di cui Hamas è espressione e con cui la stragrande maggioranza della popolazione è solidale, come acclarato. Perciò nessun Paese arabo vuole accogliere i gazawi e gli arabi di Samaria e Giudea: nemmeno gli arabi vogliono il terrorismo jihadista. Eppure, in certi Paesi esso prospera. Yemen, Iran, l’enclave sciita libanese, i territori in mano all’Isis, le regioni tra Afghanistan e Pakistan, e poi in Africa centrale, perfino in Sudamerica, dove le basi logistiche di Hamas ed Hezbollah sono protette dai regimi narcos, come quello venezuelano di Maduro.
Siamo nuovamente di fronte alla medesima invasione di Jihad che portò secoli fa alle crociate difensive per salvare l’Europa. L’Occidente avrebbe la forza per opporvisi, basterebbero alcune semplici leggi, le quali, però, sono impedite dalle pseudo sinistre che blandiscono l’immigrazione musulmana sperando in assurdi vantaggi elettorali. Non comprendendo che sarebbero le prime a esserne fagocitate, poiché l’islamizzazione radicalizzata usa le stesse libertà occidentali per distruggerle. Divieto della Sharia, autorizzazioni selettive e controllate dei luoghi di culto, protezione sociale per le donne musulmane, nessuna attenuante per crimini commessi in nome della cultura islamista, aggravamento per i reati di antisemitismo e antisionismo sono solo alcune delle norme cui ispirarsi per combattere l’islamizzazione radicalizzata. Ma il solo parlarne fa tacciare di discriminazione.
Poi c’è l’aspetto più grave: i miliardi del Qatar. L’emirato è il maggiore sponsor della Fratellanza Musulmana; oltre a finanziarne i gruppi armati, compie una poderosa politica di acculturazione islamista nel mondo, a cominciare dalle università americane lautamente sovvenzionate (100 miliardi di dollari dalla Qatar Foundation secondo l’Institute for the Study of Global Antisemitism and Policy) tramite la Muslim Students Association, con sezioni in oltre 600 campus universitari collegate agli Students for Justice in Palestine, a loro volta sostenitori di Hamas. Poi, con gli accordi con i media internazionali, e soprattutto con l’impossessamento di nodi commerciali, industriali e finanziari occidentali. Tutto al fine di far penetrare nel tessuto occidentale i valori islamisti. Con pieno successo, vista l’attuale ondata di antisemitismo, antisionismo e adesione alle cause jihadiste da parte degli stessi utili-idioti occidentali. Alla cultura di verità, ragione ed etica si è sostituita l’ideologia retrograda e la propaganda. Charles Asher Small, direttore di ISGAP, afferma: «I Fratelli Musulmani sono impegnati non solo a distruggere Israele e ad assassinare ebrei in tutto il mondo, ma anche alla sottomissione delle donne, all’omicidio di gay e alla distruzione della democrazia». Israele in solitudine combatte la Jihad: se l’Europa non si sveglia, i nostri figli invece di essere i pronipoti dell’Illuminismo saranno gli schiavi del Corano.