Tre italiani feriti dai coloni

Seppur in una grande, nebulosa incertezza, la tregua sembra reggere a Ga2a, mentre la tensione sale invece vertiginosamente in Cisgiordania dove i coloni israeliani si fanno sempre più aggressivi e dove gli scontri con i palestinesi sono quasi quotidiani. Ultime dal fronte di questa guerra-non guerra: tre attivisti italiani, due uomini e una donna, aggregati ad un’organizzazione palestinese sono stati assaliti, picchiati, minacciati e derubati di telefoni, passaporti, oggetti personali vicino a Gerico da coloni israeliani mascherati. «Wake up», Italians, svegliatevi italiani, poi giù pugni, calci, bastonate soprattutto ad uno dei ragazzi del gruppo. Botte ne hanno prese tante in mezz’ora di terrore ma non sono gravi, mentre sembrano più serie le condizioni di una cooperante canadese che fa parte del gruppo. Questo episodio dai contorni non ancora del tutto chiari fa seguito ad una raffica di casi violenti in Cisgiordania e Gerusalemme e negli ultimi mesi da parte dei coloni: auto distrutte, incendi alle coltivazioni palestinesi, aggressioni, una moschea incendiata. Nel conto vanno messi anche controverse uccisioni di presunti terroristi da parte dell’esercito israeliano con due vittime di 15 anni, due adulti giustiziati dopo un blitz e altro ancora. Tutti episodi che hanno sempre due verità, difficili da decifrare. Ma la Cisgiordania è un fuoco che può diventare incendio. La spedizione punitiva nei confronti dei tre volontari italiani si è verificata a Ein al-Duyuk, vicino a Gerico, una zona ad alta tensione. L’altra notte il commando di dieci coloni mascherati ha fatto irruzione nell’abitazione di palestinesi dove il gruppo alloggiava dando il via ad un pestaggio in piena regola. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha confermato che i tre italiani sono feriti non in modo grave e che dopo le medicazioni sono stati dimessi e trasferiti al sicuro a Ramallah. Ma sono decisi: «Noi rimaniamo qui». La ragazza italiana di 27 anni ha fatto un breve racconto ai microfoni di Sky Tg24. «Stavamo dormendo quando alle 5 siamo stati attaccati da coloni mascherati armati di bastoni e fucili. In quella zona dove non dovrebbe esserci alcuna presenza israeliana. Hanno cominciato a picchiarci con pugni, calci in faccia, nelle costole, nell’addome, lungo le gambe. Io ho un forte dolore alle costole. Sapevano che siamo stranieri e, quando se ne sono andati ci hanno detto Don’t come back here, cioè non tornate». Il caso è seguito dalla Farnesina e dal Consolato italiano a Gerusalemme, mentre è stato diffuso il messaggio del ministro degli Esteri Antonio Tajani (che respinge l’ipotesi di annessione della Cisgiordania): «Il raid contro i volontari è un fatto gravissimo, basta aggressioni. L’appello che lanciamo a Israele è di fermare i coloni e impedire che continuino queste violenze perché non servono alla realizzazione del piano di pace per il quale tutti quanti stiamo lavorando. Dobbiamo passare dalla prima alla seconda fase, iniziative del genere non aiutano a rasserenare gli animi». I tre italiani fanno parte dell’organizzazione internazionale a guida palestinese CampagnaFaz3a, una forma di protezione civile. Aiutavano pastori e contadini, accompagnavano bambini a scuola e si occupavano in senso lato di assistenza. I coloni israeliani radicali però li vedono come nemici. Il bilancio dell’Onu è drammatico. Nell’ultimo mese risultano 264 attacchi da parte dei coloni e 1.030 palestinesi sono stati uccisi in Cisgiordania dal 7 ottobre 2023 ad oggi. Dice Alessia Melcangi, analista e docente alla Sapienza: «La violenza dei coloni si estende anche ai cristiani di Cisgiordania e verso chi aiuta la comunità palestinese, come i cooperanti italiani. Questo dà il senso dell’impunità di cui pensano di godere».

Il grande archivio di Israele

Abbonamenti de Il Riformista

In partnership esclusiva tra il Riformista e JNS

ABBONATI