Roma, vandalizzata la Sinagoga a Monteverde. Tajani chiama Fadlun: “Condanno con forza la profanazione”
di Luca Sablone - 1 Dicembre 2025 alle 11:46
Questa mattina Roma si è svegliata con un’altra ferita aperta: sui muri della Sinagoga di Monteverde, in viale di villa Pamphili, sono comparse le scritte “Monteverde antisionista e antifascista” e “Palestina Liberà”. Non un semplice sfogo vandalico: un messaggio politico diretto, l’ennesimo episodio di ostilità verso la comunità ebraica in un clima sempre più avvelenato. A rendere il gesto ancora più odioso è l’imbrattamento della targa dedicata a Stefano Gaj Tachè, il bambino di due anni ucciso nell’attentato terroristico del 9 ottobre 1982 davanti alla Sinagoga di Roma. Una memoria fragile, che qualcuno ha tentato di coprire con della vernice nera. Nel pomeriggio il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha telefonato al presidente della comunità ebraica di Roma, Victor Fadlun, per esprimergli vicinanza e solidarietà.

Non si è fatta attendere la reazione di Antonio Tajani, ministro degli Esteri: “Condanno con forza la profanazione della Sinagoga nel quartiere Monteverde a Roma. Imbrattata la targa dedicata a Stefano Gaj Taché, ucciso in un attentato terroristico nella Sinagoga di Roma il 9 ottobre 1982″. Il titolare della Farnesina ha chiamato Fadlun per esprimere solidarietà: “Contro ogni fantasma del passato, basta antisemitismo, basta odio”. Secondo Walter Verini, senatore del Partito democratico, il gesto “colpisce la convivenza civile, i valori della democrazia, i principi della Costituzione”. “È un episodio gravissimo di antisemitismo, che calpesta perfino la memoria del piccolo Gaj Taché. È un fenomeno che si inquadra in un tempo di odio, nel quale estremismi di varia natura convergono. Non c’entra qui, come in altri episodi, l’impegno per la pace. È l’esatto contrario. È impegno per l’odio e la discriminazione. Occorre reagire, politicamente e culturalmente: in questo senso mi auguro che si rafforzino e avanzino in Parlamento iniziative come quelle del senatore Delrio, che si propongono di prevenire e contrastare queste cose”, ha concluso.

Sul caso si è espresso anche lo stesso Fadlun, facendo notare che l’opera dei vandali fa seguito all’attacco alla sede della Stampa di Torino. Un clima intimidatorio da brividi: “Questo è un gesto che oltraggia la comunità ebraica, la ferisce profondamente. Questo è un luogo di ritrovo in cui appunto si incontrano le famiglie, i bambini, i giovani. È un luogo di incontro intergenerazionale, la Sinagoga, dove si va a pregare, ma anche a conoscersi e a creare un senso di comunità. Colpire in questo modo la Sinagoga significa disconoscere e prevaricare quello che il diritto degli ebrei potessi ritrovare a condurre una vita normale e questo non è accettabile”.
Durissima la presa di posizione dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia: “Un insulto alla comunità ebraica e allo stesso tempo un attacco frontale all’Italia e ai valori su cui si fonda la nostra democrazia. Chi compie atti del genere non sta facendo politica, né esprimendo dissenso. Sta alimentando l’antisemitismo: lo stesso odio che ha già ferito l’Italia in passato e che sta riaffiorando con inquietante disinvoltura. Non permetteremo che la memoria di Stefano Gaj Tachè venga infangata né che si normalizzi l’idea che gli ebrei in Italia possano essere bersaglio legittimo. Difendere la dignità e la sicurezza della nostra comunità significa difendere l’Italia, la sua storia e i valori che la sorreggono. Continueremo a farlo con determinazione”.
Per la presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni, le scritte comparse sulla targa in memoria di Stefano Gay Taché e sul muro esterno della Sinagoga di Monteverde “rappresentano un gesto vile che colpisce non solo la comunità ebraica ma l’intero Paese”. “È un atto che ci sconvolge profondamente, e che dovrebbe scuotere la coscienza di tutti gli italiani, perché mette in luce ancora una volta la presenza di frange che non esitano a profanare la memoria, la storia e i valori fondamentali della nostra democrazia senza rispettare nemmeno i luoghi di culto. I diritti e le libertà tutelati dalla Costituzione non possono essere piegati, offesi o intimiditi da chi tenta di seminare paura e divisione. Se il decoro materiale della targa potrà essere ripristinato con una semplice pulizia, il decoro morale e la coerenza della memoria del piccolo Taché potranno essere pienamente ristabiliti solo ponendo fine a ogni forma di tolleranza verso atti che strumentalizzano conflitti, vittime e memoria, e assicurando che nessuna copertura o ambiguità – da parte di gruppi organizzati, realtà politiche o rappresentanti a qualsiasi livello – possa più favorire chi alimenta violenza e destabilizza la democrazia in italia”, ha dichiarato.
Ferma la condanna della Federazione Italiana per l’Ebraismo Progressivo (FIEP). “Colpire una sinagoga non è un gesto simbolico: è un atto concreto di intimidazione. E quando si prende di mira un luogo che porta il nome di una vittima del terrorismo, si oltrepassa ogni limite. Ci aspettiamo una risposta ferma e visibile da parte delle istituzioni. Non è il momento della cautela: è il momento della chiarezza. L’antisemitismo non è un’opinione. È un pericolo”, dichiara il presidente Carlo Riva.