Gli Houti minacciano dalla Siria

Rafforzate le strutture difensive delle alture del Golan, il fronte settentrionale di Israele non è più solo un problema libanese. In una seduta a porte chiuse della Commissione affari esteri e difesa della Knesset, il Parlamento israeliano, il ministro della difesa Israel Katz ha espresso una valutazione che non lascia spazio a illusioni: Israele non si sta dirigendo verso alcun accordo di pace con la Siria e la situazione della sicurezza sulle alture del Golan si sta rapidamente deteriorando. «Oggi in Siria ci sono forze che stanno attivamente valutando l’idea di invadere gli insediamenti nel Golan», ha avvertito Katz ai membri del comitato, secondo diverse fonti presenti. Ha poi lasciato cadere un dettaglio ancora più allarmante: «Gli Houthi stanno mantenendo una presenza all’interno della Siria e stanno valutando la possibilità di lanciare infiltrazioni di terra nelle comunità israeliane sulle alture del Golan». Sì, gli stessi Houthi che da oltre un anno lanciano missili balistici dallo Yemen verso Eilat, ora, secondo l’apparato di difesa israeliano, si stanno posizionando a pochi chilometri dalle case israeliane sul Golan. «Questo fa parte dello sforzo sistematico dell’Iran di circondarci con un anello di fuoco», ha dichiarato al Jerusalem Post, in condizione di anonimato, un alto ufficiale del Comando Settentrionale dell’IDF. «Non sono riusciti a distruggerci da Gaza, stanno sanguinando in Libano, quindi ora Teheran sta aprendo un terzo fronte attivo, questa volta dal territorio siriano». La presenza degli Houthi è solo un tassello di un puzzle più ampio e inquietante. Le valutazioni dell’intelligence condivisa con il comitato rivelano che la Jihad Islamica Palestinese (JIP) ha notevolmente ampliato la sua presenza armata intorno a Damasco negli ultimi mesi, in particolare nei distretti profughi palestinesi di Yarmouk e nelle aree circostanti. I combattenti della JIP, temprati dalle battaglie di Gaza e Jenin, ora godono di libertà di movimento e di scorte di armi all’interno della Siria, uno sviluppo che conferisce al gruppo terroristico sostenuto dall’Iran una nuova profondità strategica mai avuta prima. Ancora più preoccupante: il governo siriano, non solo tollera questo aumento di tensione, ma vi si impegna attivamente. Damasco ha nominato un inviato dedicato per mantenere contatti diretti e di alto livello con la leadership della Jihad islamica. Incalzata dalla Israel Broadcasting Corporation (Kan), una fonte della sicurezza siriana ha insistito: «Non c’è alcuna intenzione di consentire alcuna azione militare contro Israele dal suolo siriano». Questa affermazione, tuttavia, suona falsa a Gerusalemme. «Abbiamo già sentito queste rassicurazioni», ha dichiarato il primo ministro Benjamin Netanyahu in una riunione di gabinetto la scorsa settimana. «La Siria afferma che non permette attacchi, eppure i suoi alleati iraniani si stanno armando sotto il suo naso. Noi giudichiamo gli Stati dalle loro azioni, non dai loro comunicati stampa». Sul campo, le IDF non perdono tempo. Nei giorni scorsi, una pattuglia israeliana è entrata nel villaggio di Al-Ashah, nella campagna di Quneitra, appena a est della Linea Alpha, e ha trasmesso un messaggio chiaro e diretto ai residenti locali: Israele inizierà presto estesi lavori di scavo e fortificazione immediatamente a ovest del villaggio. I civili sono stati avvertiti di tenersi lontani dai terreni agricoli adiacenti. «Se qualcuno si avvicina all’area di lavoro, apriremo il fuoco», avrebbe detto il comandante della pattuglia agli anziani del villaggio, secondo quanto riferito dai residenti che hanno parlato con i media israeliani. Questa mossa segnala che le IDF stanno preparando strutture difensive, fossati anticarro e nuovi sistemi di sensori per contrastare esattamente il tipo di infiltrazione di fanteria contro cui Katz aveva messo in guardia. Il capo del Consiglio Regionale del Golan, Uri Kellner, ha accolto con favore l’intensificarsi delle attività delle IDF, ma ha avvertito che il tempo stringe. «Ogni giorno che passa senza rifugi rinforzati e strade migliorate è un giorno in cui siamo più vulnerabili», ha detto Kellner. «Gli Houthi in Siria non sono una minaccia teorica: sono già qui e hanno chiarito di voler spargere sangue ebraico». Per i residenti di comunità come Merom Golan, Alonei Habashan ed Ein Zivan, città che si trovano letteralmente in vista dei nuovi schieramenti per procura iraniani, il messaggio dell’apparato di difesa è chiaro: la quiete seguita alla caduta di Assad è stata solo temporanea. «Non aspetteremo il prossimo 7 ottobre per arrivare sul Golan», ha promesso il ministro della Difesa Katz concludendo il briefing di mercoledì scorso «Chiunque tenti di attraversare questo confine con intenti ostili incontrerà tutta la potenza delle Forze di Difesa Israeliane. Le alture del Golan appartengono a Israele, per sempre, e ne difenderemo ogni centimetro».

Il grande archivio di Israele

Abbonamenti de Il Riformista

In partnership esclusiva tra il Riformista e JNS

ABBONATI