La libertà di informazione non si discute. Lei lo ha fatto, per questo Firenze dice no

Sara Funaro, sindaca di Firenze, perché è contraria a dare la cittadinanza onoraria a Francesca Albanese? «Perché Firenze è la città della pace: ha sempre unito, costruito ponti e fatto del dialogo la propria forza. Pur riconoscendo l’importante lavoro che Albanese svolge all’Onu, e pur condividendo la battaglia per la difesa e i diritti del popolo palestinese, credo che la cittadinanza onoraria vada data a chi lancia messaggi che uniscono e non dividono». Sono state decisive le parole di Albanese dopo il raid dei pro Pal contro «La Stampa» oppure aveva già deciso? «Già non ero d’accordo con altre sue affermazioni: quelle su Liliana Segre e l’atteggiamento verso il sindaco di Reggio Emilia. Inoltre l’ultimo episodio ha toccato un punto per me importante: la libertà di informazione. Non può essere messa in discussione. È un cardine della nostra democrazia. Non esistono condanne condizionate». Il suo no è più politico o istituzionale? «Quando fai la sindaca di Firenze parli innanzitutto da un punto di vista istituzionale. Poi, è chiaro: c’è anche una mia sensibilità politica». In questa decisione ha influito il fatto che lei è di religione ebraica? «Assolutamente no. Sono cresciuta in un contesto di convivenza plurale. Quando sei sindaca rappresenti tutti: le appartenenze personali stanno fuori». I sindaci del Pd Vito Leccese (Bari) e Matteo Lepore (Bologna) hanno conferito la cittadinanza e non vogliono tornare indietro. Cosa pensa della loro scelta? «Penso che ogni sindaco sia libero di fare le proprie scelte, in base alle proprie idee e ho rispetto delle scelte di ognuno». Nella sua giunta c’è anche un assessore di Avs. È d’accordo con il suo stop? «Per lui vale lo stesso discorso e ho lo stesso rispetto che ho nei confronti dei sindaci di Bari e Bologna». Cosa pensa di Netanyahu? «Quello che ha fatto lui e sta facendo il suo governo è una delle cose più terribili che abbia mai visto. Netanyahu sta compiendo atti criminali, e tutto il mondo non può che far sentire la propria voce per fermarlo. Oltre a massacrare il popolo palestinese, sta arrecando un danno enorme anche al popolo israeliano e al popolo ebraico». Nelle manifestazioni pro Palestina c’è un problema di antisemitismo? «Noi qui a Firenze ne abbiamo avute di straordinarie. Ad esempio, quella per la Flottilla: migliaia di persone, famiglie, bambini, bandiere della pace. Persone che credono nella pace e nel rispetto dei popoli. Sono stati cortei molto inclusivi. Purtroppo, però, ci sono stati anche episodi preoccupanti, come le scritte a Roma e a Firenze, dove durante un corteo non autorizzato hanno scritto “Viva il 7 ottobre”. Atti vili, che parlano da soli. Il rischio è che l’estremismo di alcuni faccia apparire problematiche manifestazioni che, invece, sono bellissime e portano messaggi positivi». E nella sinistra, anche in alcune frange del Pd, c’è un problema analogo? «All’interno del mio partito non sento e non ho mai percepito alcuna vena antisemita. Il Pd ha sempre difeso e continuerà a difendere la causa palestinese. E allo stesso tempo ha sempre reagito quando si sono verificati episodi antisemiti contro la comunità ebraica. In passato, quando io stessa sono stata attaccata, ho sempre sentito la vicinanza del mio partito». Si è confrontata anche con la segretaria Elly Schlein su questa vicenda? «Ci parliamo spesso, ma in questi giorni non ci siamo sentite».

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