Schlein blinda la segreteria ma, il Pd ha un problema: Francesca Albanese

LA LEADER DEM VUOLE ASSICURARSI LA GUIDA DEL PARTITO E DELLA COALIZIONE NEL 2027 MA DEVE FARE I CONTI CON LE DIVISIONI INTERNE SULLE CITTADINANZE ALLA RELATRICE E lly Schlein ufficialmente non si è ancora espressa sul tema. La segretaria del Pd ha più volte elogiato (indirettamente) il lavoro di Francesca Albanese come relatrice speciale Onu sui territori occupati, ma non si è espressa rispetto alle prese di posizione, soprattutto le più recenti, che hanno fatto e fanno discutere. Elly Schlein ufficialmente non si è ancora espressa sul tema. La segretaria del Pd ha più volte elogiato (indirettamente) il lavoro di Francesca Albanese come relatrice speciale Onu sui territori occupati, ma non si è espressa rispetto alle prese di posizione, soprattutto le più recenti, che hanno fatto e fanno discutere. E soprattutto non si è mai espressa sulla possibilità o meno di concederla la cittadinanza onoraria, come fatto dal Comune di Bologna e da quello di Bari, che le ha consegnato le chiavi della città, e come stavano per fare quello di Napoli e quello di Firenze, prima dell’ultimo scivolone, chiamiamolo così, di Albanese dopo l’attacco dei collettivi alla redazione de La Stampa. D’altronde, la leader dem ha ben altro a cui pensare, tra cui la convocazione dell’Assemblea nazionale per farsi “incoronare” candidata del Pd alle prossime Politiche 2027, bruciando sul tempo il presidente M5S Giuseppe Conte per la corsa alla leadership del campo largo e blindandosi come segretaria in vista dei prossimi mesi che, in caso di vittoria dei Sì al referendum sulla giustizia, potrebbero diventare turbolenti. Ma nel frattempo ci si è messa Albanese a scaldare gli animi non tanto del Pd nazionale, visto che ormai anche dirigenti ed esponenti più vicini alla causa palestinese sembrano aver definitivamente abbandonato lo slancio iniziale verso la relatrice, quanto nelle sezioni locali, nei consiglieri comunali e nei sindaci che si trovano a dover decidere sulla concessione della cittadinanza onoraria alla Nostra. Negli scorsi mesi c’era stata la corsa ad accaparrarsi un intervento di Albanese a teatro, in una piazza, in un Consiglio comunale dopo averle consegnato le chiavi della città, come a Bari, o accogliendola come nuova cittadina, come a Bologna. Ma è da quanto successo a pochi chilometri proprio da Bologna, cioè a Reggio Emilia, che nella love story tra i dem a Albanese qualcosa si è incrinato. La vicenda è più che nota, con il sindaco Pd Marco Massari che a teatro premia Albanese per il suo lavoro, auspicando la fine dei bombardamenti su Ga2a e la liberazione degli ostaggi. Apriti cielo. La relatrice è contrariata, il pubblico fischia e lei conforta il sindaco, visibilmente imbarazzato: «La perdono, basta che non lo dice più». Insorge Sinistra per Israele, i riformisti dem, tutto il centrodestra. Ma all’epoca il Na2areno non aveva occhi che per Albanese, la tregua tra Israele e Hamas non era stata ancora siglata e insomma la vicenda finì lì, bollata come un’uscita infelice. Seguirono però altri scivoloni, con la stampa e in pubblico, fino alla classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. «Condanno la violenza, ma quanto accaduto faccia da monito alla stampa perché torni a fare il proprio mestiere» è stato troppo anche per i più duri e puri tra i dem, ed ecco che negli ultimi giorni è partita la corsa a scendere dal carro. A Napoli mancava solo la firma del sindaco Gaetano Manfredi per la concessione della cittadinanza, già votata dal consiglio comunale; lui ha preso tempo. A Firenze si discuterà domani la proposta di cittadinanza, ma la sindaca Sara Funaro è stata chiara: «è una figura che divide e la nostra è una città che unisce». Tradotto: non provateci nemmeno. E proprio all’ombra di Palazzo Vecchio il caso sta investendo l’intero campo largo, con una lite tra Avs e Iv e il Pd che prova la mediazione. «Per IV – Casa Riformista, assegnare la cittadinanza onoraria alla Dott.ssa Francesca Albanese sarebbe assurdo, nonché una contraddizione morale, civile e politica hanno scritto Caterina Arciprete, Giovanni Graziani e Vincenzo Pizzolo, consiglieri di Avs Ecolò a Palazzo Vecchio – Crediamo invece che i primi ad essere contraddittori siano proprio i consiglieri di Italia Viva, che ritengono normale che il leader del loro partito sia finanziato da Bin Salman, mandante dell’uccisione del giornalista Jamal Khashoggi». Il Pd, come riportato da David Allegranti, sembra pronto a mettere sul tavolo in commissione un emendamento cucito a misura e tarato col bilancino nella scelta delle parole che “alleggerisca” l’atto originario, mentre Albanese si augura di non venire esiliata «come Dante». Quel che certo è che il Pd, e il campo largo tutto, si son ficcati nel bel mezzo di una selva oscura, che la diritta via era smarrita.

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