Milizie anti-Hamas, clan rivali e fazioni di Hamas in lotta per il potere a Gaza

23 Ottobre 2025 alle 12:55

Gaza Strip, Wednesday, March 26, 2025. (AP Photo/Jehad Alshrafi) Associated Press / LaPresse Only italy and Spain

L’articolo di Bel Trew per The Independent esplora il complesso e violento panorama interno di Gaza, dove milizie anti-Hamas sostenute da Israele e clan rivali si scontrano per il controllo in un contesto di caos e distruzione post-bellica.

La Nascita e la Posizione delle Milizie Anti-Hamas

Dopo l’inizio della guerra nell’ottobre 2023, sono emerse diverse fazioni armate anti-Hamas, accusate di essere armate, finanziate o sostenute da Israele, accusa che loro negano, pur ammettendo di “coordinare” la loro presenza. Questi gruppi operano all’interno della “zona gialla”, un’area controllata dalle forze israeliane come parte di un cessate il fuoco mediato dall’amministrazione Trump.

  • Popular Forces: Guidate da “Abu Awad” a Rafah, sostengono di avere 5.000 uomini e promettono di “ripulire Gaza da Hamas”. Sono state accusate di saccheggiare aiuti e di presidiare siti di distribuzione controllati da Israele. Il loro fondatore, Yasser Abu Shabab, proviene dalla tribù beduina dei Tarabin.
  • Counter-Terrorism Strike Force: Guidata da Hossam al-Astal, ex funzionario della sicurezza dell’Autorità Palestinese (PA), opera a est di Khan Younis. Al-Astal afferma di essere in contatto con l’amministrazione Trump e di voler collaborare con Tony Blair per un periodo di transizione a Gaza, proclamandosi la “nuova amministrazione di Gaza”.
  • Altri Gruppi: È emersa anche una propaggine delle Popular Forces a Beit Lahia, nel nord di Gaza.

L’Escalation della Violenza Intrapalestinese

La pressione della guerra, della fame e della disperazione ha portato a una forte crescita della violenza interna a Gaza, con saccheggi, furti e attività di bande.

  • Scontri tra Fazioni: Dall’ottobre 2023, l’Acled (Armed Conflict Location and Event Data project) ha registrato oltre 245 incidenti violenti tra Palestinesi, separati dalla guerra con Israele, con circa 400 morti. Quasi la metà di questi eventi coinvolge le unità di polizia di Hamas, “Sahm” (freccia) e “Radea” (deterrenza), che danno la caccia a presunti “collaboratori e fuorilegge,” in particolare le fazioni delle Popular Forces.
  • Battaglie tra Hamas e Clan: Si sono intensificati gli scontri tra Hamas e potenti clan (“hamula”) come gli Abu Samra, gli Hellis e gli Al-Majaydah.
  • Esecuzioni e Repressione: I video postati online hanno mostrato esecuzioni sommarie, come quella di sette membri del clan Doghmush (accusati di collaborare con Israele, accusa negata dalla famiglia) e membri della polizia di Hamas che sparano alle gambe e spezzano gli arti a presunti saccheggiatori e collaboratori. Hamas difende questa repressione come un “dovere nazionale”.

La Strategia di Israele e le Accuse di “Divide et Impera”

Esperti come Nasser Khdour di Acled suggeriscono che parte della violenza è stata “ingegnerizzata” dagli Israeliani, che beneficiano dell’indebolimento di Hamas e dello scontro tra fazioni palestinesi.

  • Obiettivo di Israele: Il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu è stato accusato di perseguire una strategia del “divide et impera” per sfruttare le divisioni palestinesi. A giugno, lo stesso Netanyahu ha ammesso di aver “attivato” clan a Gaza per opporsi ad Hamas.
  • Destabilizzazione delle Autorità Civili: Il rapporto Acled rileva che la rottura della sicurezza è dovuta in parte al tentativo di Israele di indebolire le autorità civili e di polizia di Hamas, anche quelle incaricate di scortare gli aiuti.
  • Armamento dei Gruppi: Ci sono crescenti segnalazioni, anche sui media israeliani, che Israele stia armando alcuni gruppi anti-Hamas, sebbene il Ministro della Difesa abbia negato la notizia e Netanyahu abbia replicato, “Cosa c’è di sbagliato in questo?”.

La Postura dei Nuovi Attori

I capi delle milizie anti-Hamas si presentano come l’unica soluzione per il futuro di Gaza. Abu Awad, delle Popular Forces, è convinto che Hamas sia “effettivamente finito” e che presto arriveranno forze internazionali. Al-Astal insiste sul fatto che il futuro di Gaza debba venire “da qui, da dentro”, e che il suo gruppo è la “nuova Gaza”.

Nel frattempo, Hamas ha promesso di dare la caccia a ogni collaboratore. L’articolo si conclude evidenziando che i gruppi anti-Hamas hanno compilato liste di combattenti di Hamas e sono in attesa del “via libera per attaccare”.

Il grande archivio di Israele

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