Dalla Difesa italiana l’atteggiamento è ancora prudenziale

Cresce l’asse militare tra Europa e Israele e la Germania installa l’Arrow anti-Putin

di Aldo Torchiaro - 5 Dicembre 2025 alle 15:35

L’asse Russia-Iran-Proxy iraniani si rinsalda. Si scambia intelligence, sistemi d’arma, tecnologia. Perché tra Europa e Israele non c’è lo stesso asse? È su questo che insistono le fonti militari israeliane. Le fonti militari parlano di un asse: quello che va da Mosca a Teheran, di come l’Iran fornisca tecnologia militare a Mosca, per la guerra in Ucraina. I droni, i missili, gli ingegneri: perché Europa e Israele esitano a mettere su la stessa sinergia? Una best practice, a guardare bene, ora c’è: in Germania ha preso il via il sistema Arrow 3.

Dall’altro ieri, quando Israele ha consegnato la prima batteria all’Aeronautica Tedesca al culmine di una cerimonia presso la base aerea di Holzdorf, circa 120 km a sud di Berlino. L’ordine, del valore di 4 miliardi di euro (4,6 miliardi di dollari), che prevede la consegna di 3 batterie, rappresenta la più grande commessa militare nella storia di Israele. Il sistema è sviluppato congiuntamente dall’Organizzazione Israeliana per la Difesa Missilistica, parte della Direzione per la Ricerca e lo Sviluppo della Difesa del Ministero della Difesa, e la Missile Defense Agency degli Stati Uniti. Israel Aerospace Industries è responsabile dello sviluppo dell’intercettore e del radar, mentre Elbit Systems si occupa dei sistemi di comando e controllo. Tomer e Rafael operano come principali subappaltatori per la produzione della propulsione e dell’intercettore. Con la consegna della batteria Arrow, la Germania diventa il primo Paese ad utilizzare il sistema esoatmosferico Arrow 3 oltre i confini di Israele. La vendita rappresenta parte della controversa European Sky Shield Initiative, guidata dalla Germania, per potenziare le difese aeree dell’Europa continentale in risposta all’invasione russa dell’Ucraina.

Dalla Difesa italiana l’atteggiamento è ancora prudenziale, i sistemi d’arma israeliani sono allo studio ma è a monte, sulla lettura strategica, che va concentrata l’attenzione. Mosca e Teheran hanno armato una guerra ibrida cognitiva all’Europa: per non permettere agli europei di inquadrare chiaramente il dramma della guerra di Putin in Ucraina impongono una narrazione obbligata: così siamo diventati tutti addolorati esperti di Gaza ma nessuno sa nulla di quanti morti e quali drammi si consumino al centro del vecchio continente. La strategia finora ha funzionato perfettamente, ammaestrano decine di testate, di volti televisivi, di brand ambassador dell’odio. Ora Israele cambia strada, smette di assistere allo spettacolo come spettatore silenzioso e prova a risvegliare i partner europei da questo lungo sonno della ragione. Un briefing militare israeliano sarebbe stato tenuto in sede Nato, in Europa, nelle scorse settimane. E la disponibilità israeliana a condividere tecnologie per la difesa con la Nato è sul tavolo.

Intanto la reazione militare si fa vedere anche sul campo. Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno annunciato di aver completato ieri sera un’ondata di attacchi aerei contro i depositi di armi di Hezbollah nel Libano meridionale. Gli attacchi sono stati effettuati dopo che l’esercito ha emesso avvisi di evacuazione destinati ai residenti nei villaggi di Jbaa, Mahrouna, Mjadel e Baraachit, nel Libano meridionale, hanno detto gli ufficiali di Idf. L’esercito israeliano ha affermato che i depositi di armi sono stati posizionati «nel cuore della popolazione civile» e «costituiscono una violazione degli accordi tra Israele e Libano». «Questo è l’ennesimo esempio del cinico uso dei civili libanesi come scudi umani da parte di Hezbollah e delle sue continue operazioni dall’interno delle aree civili», affermano le forze armate.

Da Israele ieri anche la notizia della nomina del nuovo direttore dell’intelligence, Roman Gofman, che prenderà servizio a partire da giugno. Via libera dall’esercito: il capo di Stato maggiore israeliano, Eyal Zamir, ha incontrato Gofman per congratularsi con lui. «Le forze armate lo sosterranno e lo assisteranno, se necessario, affinché possa svolgere con successo il suo ruolo». Gofman è attualmente segretario militare del premier Benjamin Netanyahu.

Il grande archivio di Israele

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