La Flotilla rifiuta gli accordi e punta alla “Rottura dell’Assedio”

29 Settembre 2025 alle 12:15

La Global Sumud Flotilla, composta da imbarcazioni che trasportano aiuti umanitari verso Gaza, ha respinto due proposte che avrebbero garantito la consegna sicura del carico:

  1. Offerta Iniziale: Sbarcare ad Ashkelon (porto israeliano) per poi far arrivare gli aiuti a Gaza.
  2. Offerta Meloni/Tajani/Patriarcato: Consegnare gli aiuti a Cipro al Patriarcato Latino di Gerusalemme, da cui sarebbero stati trasferiti via terra (attraverso Israele) a Gaza tramite un corridoio umanitario.

La posizione della Flotilla

Gli attivisti hanno motivato il rifiuto ribadendo che la loro missione è quella di “rompere l’assedio illegale” e non semplicemente consegnare gli aiuti. Ritengono che qualsiasi attacco o ostruzione alla missione costituirebbe una violazione del diritto internazionale e un atto di sfida all’ordinanza della Corte internazionale di giustizia.

I quattro parlamentari italiani a bordo (Arturo Scotto, Annalisa Corrado, Paolo Romano del PD, e Marco Croatti del M5S) sostengono la linea della Flotilla:

  • Affermano che l’obiettivo è riaprire il corridoio marittimo bloccato dal 2007, mettendo in discussione la legalità del blocco navale israeliano.
  • Sottolineano la necessità di creare un flusso costante di aiuti che non passi tramite Israele, accusando Israele di utilizzare gli aiuti per colpire i civili.

La reazione del governo italiano

Il governo italiano si è dichiarato irritato e ha espresso forti preoccupazioni:

  • Accusa: La decisione della Flotilla “smaschera il vero obiettivo della missione: non aiutare i bambini palestinesi, ma provocare un incidente internazionale per forzare il blocco navale.”
  • Difesa: Il Ministro della Difesa Guido Crosetto ha ribadito che il Ministero degli Esteri e della Difesa ha offerto una soluzione concreta e assicurato la presenza di una nave militare italiana (la fregata Alpino, in sostituzione della Fasan) per assistenza e soccorso.
  • Avvertimento: Crosetto ha chiarito che le unità navali italiane non svolgono funzioni di scorta e non usciranno dalle acque internazionali qualora la Flotilla tentasse di forzare il blocco israeliano. Ha definito l’atto di forzare il blocco come insensato, un’azione che espone vite umane a “rischi inutili” in acque dove il soccorso sarebbe difficile.

In sintesi, il governo italiano sostiene di aver fatto il possibile per facilitare la consegna degli aiuti, ma accusa la Flotilla di voler deliberatamente innescare una crisi internazionale mettendo a repentaglio la sicurezza dei partecipanti.

Il grande archivio di Israele

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