Accordi destinati a durare?
16 Ottobre 2025 alle 12:13
L’articolo del Center for the Study of Political Islam International analizza il nuovo accordo di cessate il fuoco per Gaza, mediato dal Presidente degli Stati Uniti Donald Trump in collaborazione con Israele, che prevede il rilascio degli ostaggi israeliani in cambio del ritiro graduale di Israele da Gaza, della liberazione di prigionieri palestinesi e di aiuti umanitari. L’accordo, come i precedenti tentativi di pace (ad esempio, gli Accordi di Abraham e gli Accordi di Oslo), solleva speranze ma anche preoccupazioni, specialmente alla luce della storia dei fallimenti diplomatici nella regione.
Il precedente dottrinale islamico
La principale argomentazione dell’articolo ruota attorno a un precedente storico e dottrinale islamico che, secondo l’autore, mette in discussione l’affidabilità di tali accordi.
- Il Trattato di al-Hudaybiya: Viene citato come esempio chiave, un trattato firmato da Maometto con la tribù Quraysh (628 d.C.), che fu poi annullato dallo stesso Maometto quando le circostanze strategiche divennero più favorevoli.
“Hudna” nella Sharia: Questo precedente è codificato nella legge islamica (sharia) come “hudna”, che definisce una tregua temporanea o un accordo contrattuale con non-Musulmani, la cui rottura è considerata legittima per vantaggio strategico. L’articolo sottolinea come il Corano proclami Maometto come un “esempio eterno per tutta l’umanità”, rafforzando la validità di tale principio. - Esempio di Arafat: A sostegno di questa tesi, viene citato un discorso di Yasser Arafat del 1994 sugli Accordi di Oslo, in cui il leader palestinese paragonò esplicitamente quell’intesa al Trattato di al-Hudaybiya, suggerendo che fosse un accordo temporaneo e negoziabile.
Lezioni dalle violazioni passate
L’articolo evidenzia che l’esperienza recente conferma la tendenza a violare tali accordi. I precedenti cessate il fuoco a Gaza sono stati sistematicamente minati da attacchi di Hamas e dei suoi affiliati. L’Iran, sponsor di Hamas, ha un ruolo ben documentato nel facilitare tali violazioni attraverso finanziamenti, forniture di armi e direzione operativa.
L’articolo conclude che, sebbene l’accordo Trump-mediato offra speranza, è indispensabile esercitare una cautela informata.
Qualsiasi intesa con Hamas deve essere valutata tenendo conto della sua carta fondamentale che chiede esplicitamente la distruzione di Israele e basa la sua lotta sulla dottrina islamica che legittima la rottura dei trattati per un guadagno strategico. La storia delle ripetute violazioni da parte di Hamas e di precedenti accordi di pace (come gli Accordi di Oslo) conferma che gli impegni ideologici e i precedenti dottrinali hanno costantemente avuto la precedenza sugli accordi formali. L’articolo esorta Israele e il mondo non islamico a rimanere vigilanti in tutti i rapporti con entità islamiche che condividono questa dottrina.