All’armi! L’inutilità (dannosa) di uno sciopero
23 Settembre 2025 alle 13:07
Clelia Castellano denuncia la retorica anti-israeliana che sta prendendo piede, definendola una forma di antisemitismo mascherato e una “cancel culture” contro il popolo ebraico. Argomenta che le proteste di massa, spesso disinformate e violente, mancano di complessità e di un’analisi critica.
- Critica all’antisemitismo: L’autrice condanna l’odio contro gli ebrei, sia nella sua forma storica che in quella contemporanea, definendolo un tradimento dei valori umanistici e cristiani. Sottolinea l’importanza di riconoscere che la cultura occidentale è stata profondamente influenzata dall’ebraismo.
- Analisi della Doxa: Castellano critica l’approccio emotivo e unilaterale delle proteste anti-israeliane. Fa appello al pensiero critico e alla “sana arte del dubbio”, auspicando una visione più complessa che tenga conto anche del dolore dei civili israeliani e della storia del popolo ebraico.
- Strumentalizzazione della causa palestinese: Il commento suggerisce che la causa palestinese sia strumentalizzata per fini ideologici e antisemiti, distogliendo l’attenzione da problemi interni più urgenti. L’autrice teme che questa strumentalizzazione finisca per danneggiare i diritti dei lavoratori italiani, che l’autrice ritiene siano i veri destinatari di questa “distrazione”.
- Proporzionalità e complessità: L’autrice invita a una maggiore proporzionalità nel dibattito, ricordando che anche gli israeliani stanno subendo un dramma e che la narrazione del conflitto è spesso riduttiva.
- Pericoli della semplificazione: L’autrice conclude avvertendo dei pericoli derivanti dalla semplificazione della storia e del presente, sottolineando che la retorica anti-israeliana, che dipinge Israele come il male assoluto, ha un prezzo, e questo prezzo viene pagato da tutti noi.