Le Ragioni di Israele

Antisemitismo a scuola: se l’aula diventa terreno di propaganda e indottrinamento

di HaKol - 14 Novembre 2025 alle 12:12

Negli ultimi mesi, numerosi episodi suggeriscono che la scuola abbia abdicato al suo ruolo formativo e venga utilizzata da una parte del corpo docente per trasmettere agli alunni la propria visione politica. Le testimonianze parlano di un clima di intimidazione all’interno delle scuole, con pressioni verso chi esprime posizioni filoisraeliane o non partecipa alle innumerevoli iniziative a sostegno di Gaza. L’associazione ALA “Associazione Lotta all’Antisemitismo” ha raccolto alcune di queste testimonianze. Diversi insegnanti ebrei e non ebrei riferiscono di un clima intimidatorio: gli insegnanti non allineati sono oggetto di stalking, emarginazione, persino accuse di “fascismo” per aver chiesto di non usare il termine “genocidio” nel programma.

Tutti hanno manifestato paura, al punto da temere di poter essere identificati attraverso un’intervista anonima, dal momento che sono pochi e quindi facilmente riconoscibili. In moltissimi istituti, in tutta Italia, sono stati organizzati eventi che di fatto sdoganano la propaganda contro Israele e contro gli ebrei. Al Liceo Ripetta di Roma, una proiezione didattica al Cinema Farnese è stata introdotta da un intervento sul “genocidio a Gaza”. A Bologna, il movimento “Prof per Gaza” ha invitato a eliminare dai libri di testo le cartine che non riportano la Palestina, proponendo una revisione ideologica dei materiali didattici. I genitori ebrei riferiscono che i propri figli sono emarginati, spesso sottoposti a interrogatori ideologici da parte degli insegnanti, con lo scopo di far prendere loro le distanze da Israele o dalla propria identità. La pagina Facebook “Mammadimerda” racconta di una maestra elementare che fa ascoltare ogni mattina una canzone sulla Flotilla e parla ai bambini del ‘genocidio’. Non è un caso isolato.

Sono molti, infatti, i docenti di scuola primaria che esibiscono sui social attività assegnate ai loro alunni e incentrate sulle sofferenze dei bambini di Gaza; su internet si trovano addirittura guide su come presentare l’argomento (rigorosamente in termini pro-Hamas) ai bambini. In una scuola media di Moncalieri, un genitore racconta di un’insegnante di sostegno che ha parlato della guerra contro i palestinesi, ignorando gli eventi del 7 ottobre, e ha fatto realizzare lavoretti con bandiere palestinesi. In un’altra classe sono state realizzate barchette per celebrare la Flotilla. In un altro episodio, bambini della scuola primaria di Chieri hanno sfilato con bandiere palestinesi gridando “Palestina libera”. A Marzabotto, alcune classi della scuola secondaria, primaria e dell’infanzia sono state fatte partecipare alla Local March per Gaza. Molte di queste iniziative sono promosse da organizzazioni che si presentano come “pacifiste” ma che in realtà promuovono una ricostruzione delle vicende mediorientali da una prospettiva puramente anti-israeliana e pro-Hamas.

Tra esse, molto attiva è la Scuola per la Pace di Torino che, nonostante il nome, promuove iniziative propagandistiche e mobilitazioni nelle scuole per la “liberazione di Gaza”, “contro il genocidio, l’occupazione e l’apartheid” nelle scuole. O “Docenti per Gaza”, che propone materiali didattici che negano il diritto all’esistenza di Israele. Molti insegnanti giustificano il loro operato sostenendo di fare lezione di “Storia”. Ma gli avvenimenti di attualità non sono “Storia”: la Storia richiede tempo e confronto di fonti e prospettive. Oggi agli alunni viene trasmessa propaganda che instilla in loro una visione degli eventi distorta e antisemita. Non è la prima volta che accade. Anche negli anni che hanno preceduto la Seconda Guerra Mondiale venivano diffuse menzogne sugli ebrei. Quelle calunnie hanno permesso la disumanizzazione di un intero popolo e hanno posto le basi perché si potesse realizzare il suo sterminio. È il momento di riconoscere i segnali e interrogarci sulle conseguenze della formazione che i ragazzi stanno ricevendo.

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