Armi di Hamas a Vienna: l’Europa nel mirino

di Paolo Crucianelli - 10 Novembre 2025 alle 14:18

Un piccolo arsenale di armi leggere destinato a colpire obiettivi ebraici in Europa è stato scoperto nel cuore di Vienna. A scoprirlo è stato il servizio di intelligence austriaco, in collaborazione con partner internazionali. All’interno di una valigia custodita in un magazzino affittato in città, gli agenti del DSN (Direktion für Staatsschutz und Nachrichtendienst) hanno trovato cinque pistole e dieci caricatori: un quantitativo modesto, ma sufficiente a organizzare attentati mirati.

Secondo il ministero dell’Interno di Vienna, le armi erano legate a “operazioni straniere connesse ad Hamas”, e sarebbero dovute servire a “possibili attacchi terroristici contro istituzioni israeliane o ebraiche in Europa”. Le indagini hanno portato all’arresto, a Londra, di un 39enne britannico, identificato come Mohammed A., che avrebbe trasportato il materiale in Austria dopo averlo ricevuto da un complice arrestato in Germania, Abdel Al G. Entrambi ritenuti coinvolti in un progetto di attentati contro obiettivi ebraici in Germania.

Secondo la procura federale tedesca, gli arrestati si erano incontrati almeno due volte per trasferire armi e munizioni, poi nascoste a Vienna “in preparazione di attentati terroristici”. Dopo la sua estradizione dal Regno Unito, Mohammed A. dovrà comparire davanti alla Corte federale di giustizia tedesca.

Le autorità austriache parlano di un’operazione “internazionale coordinata”, ma non precisano quali servizi esteri abbiano partecipato. Secondo alcune fonti, è plausibile che l’intelligence israeliana abbia fornito un supporto informativo preliminare: i rapporti fra il Mossad e i Servizi europei sono stretti, soprattutto dopo il 7 ottobre, quando Hamas ha intensificato la rete di simpatizzanti e cellule dormienti nel continente, grazie alla supervisione iraniana.

Da Vienna, il ministro dell’Interno Gerhard Karner ha elogiato l’operazione: «Questo caso dimostra che il nostro servizio di sicurezza dispone di una rete internazionale eccellente e agisce con coerenza contro ogni forma di estremismo. La missione è chiara: tolleranza zero per i terroristi».

Hamas ha respinto ogni legame con i sospettati, definendo le accuse “infondate”. Ma l’episodio riporta in primo piano un dato che l’Europa fatica a riconoscere: il rischio concreto che il conflitto riaccenda la minaccia jihadista sul continente, come avvenne negli anni ’70-80.

Negli ultimi mesi, diversi Servizi di sicurezza europei hanno segnalato un aumento della propaganda antisraeliana sui canali di messaggistica criptati, e la comparsa di micro-cellule ispirate da Hamas o dalla Jihad islamica palestinese. L’arsenale di Vienna non è un caso isolato, ma il sintomo di un fronte interno che rischia di allargarsi, silenzioso e ramificato. L’Europa, che continua a oscillare tra condanne formali e appelli alla de-escalation, si scopre nuovamente al centro del mirino, come tristemente ricorda il suo recente passato.

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